Il tabaccaio “gratta e scappa” scarcerato: “Era incapace ​di intendere e di volere”

Divenne il più famoso tabaccaio d'Italia, e non fu una bella pubblicità per l'intera categoria, scappando con il tagliando vincente

E’ stato liberato e posto ai domiciliari Gaetano Scutellaro, classe 1964, responsabile dello “scippo” di un biglietto vincente di una lotteria rapida, all’anziana signora che legittimamente lo aveva acquistato. Divenne il più famoso tabaccaio d’Italia, e non fu una bella pubblicità per l’intera categoria, scappando con il tagliando vincente. L’episodio, qualche mese fa, finì al centro dell’attenzione mediatica nazionale.




Non era in pieno possesso delle proprie capacità di intendere e di volere. Anzi, era «in uno stato di incapacità parziale di intendere e di volere». Sono queste le conclusioni della perizia psichiatrica a carico di Scutellaro.

Quella che fu una vera propria rapina del biglietto vincente del Gratta e vinci (da 500mila euro), avvennne in zona Materdei a Napoli e si concluse, alcuni giorni dopo con gli arresti del commerciante (anche se la tabaccheria era intestata ai suoi congiunti), che si rese protagonista di un azione inattesa, quanto inutile dato che in poche ore i monopoli bloccarono l’incasso del biglietto vincente.



Gaetano Scutellaro, prima si allontanò con il ticket, ingannando la donna che si era affidata agli stessi commercianti per verificare la validità del tagliando; poi provò una assurda trattativa con un parente della malcapitata, venendo poi arrestato mentre era in procinto di allontanarsi dall’Italia, nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino. Aveva progettato di incassare i soldi e rifugiarsi alle Canarie, al caldo e invece era finito “al fresco”.

Ora è stato scarcerato ottenendo gli arresti domiciliari. La psichiatra Adele Masi,  consulente d’ufficio del gip Marco Giordano, ha scritto nella sua perizia: “può stare a processo; ma il soggetto può giovare di cure in virtù delle sue problematiche personologiche. E all’epoca dei fatti, “era in uno stato di incapacità parziale di intendere e volere“.



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