Abbassate, in segno di lutto, le saracinesche dei negozi. Il sindaco ha proclamato lutto cittadino e un intero paese si è fermato per Rosa.
Tanti i ragazzi che indossano le magliette bianche con il volto della 23enne. Sul portone laterale della chiesa la gigantografia di Rosa, affissa nelle sere scorse per la fiaccolata in suo ricordo. In terra ancora i lumini a formare il suo nome.
Poco prima delle 11 è arrivata la salma della giovane, in piazza Pio XII non solo grumesi, ma anche tanti i residenti dei comuni limitrofi. Una folla immensa che è arrivata fino a invadere la centralissima piazza Domenico Cirillo.
La celebrazione è stata presieduta da monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa. La Santa Messa è stata concelebrata con la partecipazione del parroco della basilica don Carmine Spada e don Raffaele Pagano, parroco della chiesa della Madonna del Buon Consiglio.
Ad una settimana da quanto accaduto nel monolocale al piano terra dello stabile al civico 1 in via Risorgimento, la comunità di Grumo Nevano resta ancora incredula. Una morte che non trova spiegazioni logiche, una morte assurda, una vita spezzata che lascia solo disperazione e un forte grido di giustizia per una ragazza che aveva davanti ancora tutta la vita.
Arrestato in ospedale a Napoli il presunto omicida di Rosa Alfieri
Ieri l’esame autoptico ha escluso la violenza sessuale, ma ha evidenziato le ferite dovute al tentativo di Rosa Alfieri di sottrarsi al suo aguzzino ed assassino. Troppo impari le forze e mentre la 23enne giaceva sul pavimento del bagno, D’Ambra, interpellato dal padre di Rosa, aveva negato di averla vista per poi sparire da Grumo Nevano. Ancora tanti i punti su cui fare luce in tutta questa brutta, triste, feroce vicenda, ma gli inquirenti non intendono fermarsi anche sul ruolo del cosiddetto amico dell’autore del femminicidio, quel Giovanni a cui erano state consegnate le chiavi dell’appartamento e che poi avrebbe aperto la porta dello stesso alzando il velo, sotto gli occhi del papà di Rosa, su tutta la tragedia consumatasi tra le mura di una casa anonima in una cittadina della fascia nord di Napoli. In quello stesso momento l’assassino era a Napoli, magari stava assumendo cocaina come era uso fare abitualmente. Tutto nella routine di una vita sprecata dietro problemi di giustizia, un matrimonio fallito e, appunto, la droga: peccato che nel pomeriggio aveva barbaramente tolto la vita a una ragazza che si era fidata di lui.
L’assassino di Rosa ha confessato, ma nega le violenze: “Ho sentito voci nella mia testa”
Ferme parole di condanna e di dolore quelle espresse dal parroco don Carmine Spada che prima della funzione religiosa ha dichiarato: “Forse questo è uno dei giorni più difficili, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale. Ci auguriamo che nessuna famiglia viva più momenti così tragici. Abbiamo cercato di sostenere la famiglia in questo grande momento di difficoltà. Il papà ha subito detto ‘oggi, mia figlia, è senz’altro quell’angelo tra le braccia di Dio, anche se avrei voluto tenerla ancora fra le mie braccia’. Loro chiedono giustizia e questa è una cosa giusta”.