Appena ieri, nel corso di una conferenza stampa, Vincenzo Ascione ribadiva la sua volontà di tenere duro, non arrendersi alle “infamanti accuse” piombate sull’intera amministrazione oplontina.
È durata, quindi una giornata la “ferma” decisione del sindaco di Torre Annunziata nel proseguire il mandato conferitogli nel 2017 nonostante sia rimasto coinvolto in un’inchiesta della Dda per associazione mafiosa, corruzione e traffico di influenze. Con il primo cittadino sono finiti sotto inchiesta altre undici persone tra amministratori ed ex amministratori, ex consiglieri regionali, imprenditori e presunti faccendieri.
Appena 24 ore fa Ascione nel commentare quanto accaduto e nel criticare il il modus operandi dell’Antimafia, che a suo dire avrebbe creato un ingiustificato clamore a fronte di nessun riscontro, nessuna prova concreta relativamente alle accuse avanzate, e ribadendo ancora una volta la sua estraneità ai fatti, aveva affermato: “Sono indignato perché ritengo di essere stato un ostacolo all’infiltrazione, alla collusione e al condizionamento della camorra in questo comune. Molti abbandonerebbero il campo in una situazione del genere. Molti, ma io no“.
E invece oggi arriva, ormai inattesa, la notizia che Vincenzo Ascione, per il momento ex primo cittadino di Torre Annunziata, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica e lo ha comunicato con una nota diramata dal suo ufficio stampa.
“Nel prendere atto delle dimissioni di alcuni consiglieri comunali – afferma infatti Ascione – e in particolare del presidente del consiglio comunale Giuseppe Raiola, che mi ha seguito in questa avventura, resistendo alle tante avversità che si sono presentate lungo il cammino, seppur consapevole di aver dichiarato di voler proseguire il mio mandato alla guida della città, con grande rammarico rassegno le mie dimissioni dalla carica di sindaco pro tempore del Comune di Torre Annunziata”.
Il sindaco ora avrà venti giorni per ritirare le dimissioni prima che le stesse diventino definitive.