Doccia non gelata ma comunque fredda per il Napoli, che viene fermato dal Cagliari all’Unipol Domus 1-1 e getta alle ortiche una delle più ghiotte chance scudetto capitata fin ora.
Partita nervosa, interrotta tante, troppe volte, proprio come tutto aveva organizzato Mazzarri: giocare con tenacia, fallosamente. E’ stata una prestazione che ha lasciato molto a desiderare, nonostante l’assalto finale: i numeri sorridono al Cagliari, autore di più tiri dei partenopei, e fondamentalmente la squadra che ha giocato meglio.
Rivoluzione tattica per Spalletti che, in preda all’ennesima crisi infortuni, si ritrova costretto a optare per il 3-4-1-2, modulo visto solo contro l’Atalanta contro il quale il Napoli ha perso, ma comunque uscendo a testa alta.
Dall’inizio sembra un Napoli volto a giocare la partita in avanti, nonostante una mediana e gli esterni sfasciati dagli infortuni, creando spunti interessanti durante tutti i 90 minuti, ma non è così.
Dopo 10 minuti abbastanza convincenti, nel quale lo squillo più rilevante è senza dubbio quello di Di Lorenzo, che trova l’opposizione con le dita da parte di Cragno, il Napoli sparisce poi dalla metà campo sarda, con i rossoblù che non si limitano al solito gioco difesa e contropiede tipico di Walter Mazzarri e provano a far girare la testa al Napoli. E non è che ci riescano male, anche se chiare occasioni da gol non ci sono.
Gli infortuni continuano a infierire sul nuovamente decimato Napoli, con Di Lorenzo che dopo 25 minuti deve dare forfait a causa di una botta alla testa, sulla quale sappiamo che non è opportuno rischiare, al di là di ogni partita.
Dopo la mezz’ora il Napoli prova a riaffacciarsi nella metà campo dei padroni di casa, ma il gioco si rivela molto sterile: si fa sentire fortemente la mancanza della coppia Fabiàn-Lobotka, il Napoli senza di loro non riesce a creare qualcosa di importante, se non una parabola dalla traiettoria strana di Mario Rui, che però trova l’opposizione di Cragno. Ma negli spogliatoi si va sullo 0-0, dopo un primo tempo noioso, con niente di spumeggiante, spezzettato.
Nella ripresa a portare avanti il Cagliari al 58’ è Gaston Pereiro, con un mezzo gollonzo che senza dubbio è Ospina a portarsi sulla coscienza: non si capisce cosa avesse voluto fare il colombiano, fatto sta che il tiro del centrocampista uruguagio lo avrebbe parato chiunque.
Si continua a giocare poco e male fino alle sliding doors del match: calcio d’angolo tolto dalla porta da parte di Ospina, sulla ripartenza Osimhen trafigge Cragno con un imponente colpo di testa su assist di Mario Rui.
A questo punto il Napoli ci crede, prova il tutto e per tutto a caccia di un vantaggio che avrebbe consegnato il famigerato primo posto a Spalletti. Vantaggio che non arriva, i tre punti non arrivano e, anche se non è facile riacciuffare partite del genere, c’è tanto amaro in bocca. Il campionato si fa sempre più avvincente, prossima puntata Lazio-Napoli.
Giuseppe Garofalo