Inter e Milan pareggiano e il Napoli si mangia ancora di più le mani a pensare agli orrori visti lunedì contro il Cagliari che avrebbero lanciato il Napoli, anche psicologicamente. Ma se Inter e Milan pareggiano si presenta un’altra chance per i partenopei, che stavolta non possono assolutamente fallire: la partita non è delle più semplici, si gioca all’Olimpico contro la Lazio.
In caso di vittoria, gli azzurri salirebbero al primo posto a pari punti contro il Milan, che per ironia della sorte affronterà il Napoli la settimana prossima in quello che probabilmente è un match ancora più importante di quello con l’Inter per definire il rush finale verso il tricolore.
Il Napoli, oltre a puntare al primo posto, deve anche tornare a sorridere, poiché non si vince dal 6 febbraio contro il Venezia: da allora tre volte 1-1 con Inter, Barcellona e Cagliari e la sconfitta al ritorno di Europa League contro i catalani. Inutile dire che una vittoria risolleverebbe il morale nello spogliatoio, cambierebbe il campionato e darebbe tanta speranza a Spalletti.
Ma è chiaro che il Napoli non può giocare come abbiamo visto nelle due precedenti partite, in cui i partenopei hanno dato il meglio di sé nel giocare male. Stavolta non si può, stavolta esiste solo un risultato, che è la vittoria, altrimenti il cammino scudetto si farà veramente irto e spinoso. Lo è già per quel maledetto pareggio in quel di Cagliari, un altro fallimento domani sarebbe una bella batosta.
Ma cosa serve al Napoli per fare bene? Non c’è una risposta certa, ma un’ipotesi sì, in due parole: Stanislav Lobotka. Ad inizio stagione parlavamo di un Napoli Osimhen-dipendente, ma guardando l’evoluzione della formazione partenopea, che è stata per 3 mesi senza il nigeriano ed è riuscita a trovare adattamenti anche senza di lui, si vede che ormai è Lobotka il faro del Napoli. Chi è che, direttamente o indirettamente, serve Osimhen e lo lancia in porta? Il tuttofare Lobotka.
Spalletti conta di averlo almeno in panchina per domani, intanto lo slovacco continua ad eseguire lavoro personalizzato in campo, così come Lozano e Anguissa, in palestra invece Tuanzebe, terapie per Malcuit.
La formazione vedrà quindi Demme in mediana dal 1’, con il solito Ospina in porta e la solita difesa a 4 Di Lorenzo-Koulibaly-Rrahmani-Mario Rui. In mediana appunto l’italo-tedesco farà coppia con Fabiàn Ruiz. Sull’out di destra si rivede Politano, che sulla trequarti verrà accompagnato da Insigne a sinistra e Zielinski al centro. Osimhen, seppur sia abbastanza stanco, dovrà tenere botta ai postumi del Barcellona almeno per un’oretta, ma con ogni probabilità la ventina di minuti finale spetterà a Dries Mertens, che resta comunque in forse per una maglia da titolare.
Sarri, da grande ex, schiera il suo fedelissimo 4-3-3. In porta c’è Strakosha, in difesa l’altro ex del match, Hysaj, insieme a Luiz Felipe, Acerbi e Marusic. Centrocampo di sostanza con Cataldi e lo sconfinato talento di Luis Alberto e Milinkovic-Savic. Punta Immobile, sorretto dalle due ali Felipe Anderson e Zaccagni.
Una sola parola d’ordine: vincere. Bene, male, di corto muso, di rigore, di autogol, di gol annullato, basta vincere per scatenare la furia azzurra contro il Milan. Napoli, non devi più sbagliare.
Giuseppe Garofalo