Inaccettabile”: tale è la vicenda Agrimonda per Michelangelo Mocerino, responsabile nazionale contro il sistema delle ecomafie ed esperto delle bonifiche dei Gruppi Ricerca Ecologica. “Dopo quasi 27 anni, le popolazioni di Mariglianella e Marigliano nonché le attività agricole della zona continuano ad essere avvelenate in conseguenza di un disastro ambientale che ha visto le istituzioni di tutti i colori politici praticamente incapaci di trovare una soluzione definitiva – afferma Mocerino – e, nonostante siano state spese centinaia di miglia di euro, i quintali di pesticidi ed altri prodotti per l’agricoltura che si trovavano nel deposito finito in fiamme continuano ad essere una minaccia per la salute e per l’ambiente”.

Una condanna senza possibilità di appello per le istituzioni, che hanno come unica possibilità di riscattare la propria credibilità una bonifica totale del sito contaminato dal rogo doloso che per giorni ha fatto briciare 235 tonnellate di antiparassitari, 750 tonnellate di concimi, 6 tonnellate di plastica e 40.000 litri di pesticidi liquidi.




I Gruppi Ricerca Ecologica, storica associazione attiva sin dal 1978 e riconosciuta direttamente dal Ministero della Transizione Ecologica, hanno formalmente richiesto ad ARPAC le risultanze delle attività di controllo e di validazione condotte in merito alle indagini di caratterizzazione e annessi servizi tecnici dell’Ex Deposito Fitofarmaci Agrimonda di cui alla determina n. 398 del 1° ottobre 2020 e alla determina n.362 del 30 giugno 2021 ed ogni ulteriore relazione in merito.

Nonostante le aspettative ingenerate da una recente dichiarazione del primo cittadino di Mariglianella – ha affermato il Presidente nazionale, Carlo De Falcotali risultanze non sembrerebbero essere state pubblicate. Per assurdo la messa in sicurezza da parte della Regione Campania dopo la rimozione del cumulo, avvenuta a gennaio 2019, ha peggiorato la situazione perché sulle geomembrane in polietilene, che non contengono i miasmi maleodoranti e potenzialmente tossici, si formano ristagni d’acqua piovana dai quali si sprigiona un insopportabile tanfo. Le informazioni più precise sul livello di inquinamento di suolo e falda sottostante, che abbiamo richiesto all’ARPAC, dimostreranno che la bonifica va realizzata in profondità senza ulteriori indugi”.



La nostra preoccupazione è legata anche alla mancata verifica dello stato di salute della cittadinanza più esposta all’inquinamento ambientale generato dal rogo dell’Agrimonda”, ha affermato Michelina Caiazzo, responsabile dei Gruppi Ricerca Ecologica Campania. “Inoltre, nonostante viga da anni il divieto assoluto di emungimento e utilizzo dei pozzi nelle zone limitrofe al sito – ha affermato Caiazzo – i livelli di inquinamento della falda acquifera rilevati dall’Arpac lo scorso anno lasciano presagire che l’area contaminata sia ben più ampia di quello che si pensasse ed includa anche zone agricole tuttora coltivate: i valori di mercurio, di allumionio, di tricloropropano, di benzene, di ddt, di altri pesticidi alcuni dei quali ormai vietati, si sono rivelati ben oltre le soglie di pericolo”.

“La tutela ambientale e della salute sono responsabilità delle Istituzioni – ha concluso Michelina Caiazzo – la Regione Campania e il Comune di Mariglianella devono attuare le opere definitive di bonifica dell’ex Agriomonda, delle aree circostanti contaminate ed avviare un costante monitoraggio sanitario anche per verificare gli effetti della biomagnificazione. La rimozione del cumulo è stata sicuramente un grande passo in avanti non può assolutamente l’azione conclusiva per disinnescare quella che ancora oggi rappresenta una bomba ecologica. In primis è indispensabile procedere all’asportazione del terreno contaminato. Inoltre, se, come è ragionevole ritenere da quanto accertato sin qui da Arpac, si è avuto il superamento dei valori delle concentrazioni soglia di rischio è obbligatorio procedere alla bonifica nel “punto di conformità” anche per le acque sotterranee, ripristinando lo stato originale (ecologico, chimico e/o quantitativo) della falda al fine di consentirne tutti gli usi potenziali”.



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