Dopo un lungo interrogatorio, la Procura di Torre Annunziata, guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso con i sostituti Alessandra Riccio ed Emilio Prisco, ha fermato per omicidio volontario pluriaggravato Antonio Papa, 43 anni, incensurato di Torre Annunziata.
La speranza di risolvere i problemi della piccola ditta edile era ormai legata all’ottenimento di fondi destinati al settore dell’edilizia tramite il “bonus 110%”, ma la bocciatura del finanziamento avrebbe portato a liti, rabbia e rancore nei confronti del “socio camorrista” e infine ad armare la mano di Antonio Papa titolare dell’impresa edile.
L’omicida, nei giorni precedenti al fatto di sangue di via Rio a Boscotrecase, si era procurato non una, ma addirittura due armi. Poi ne ha scelto una ed ha incontrato Gaetano Ariosto sul cantiere, che fino a qualche mese fa ospitava un minimarket, nella periferia nord del paese alle falde del Vesuvio. Proprio all’esterno del locale teatro dell’omicidio ci sono due telecamere di videosorveglianza, le cui immagini, immediatamente acquisite dai carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata, hanno fatto escludere quella che in un primo momento era stata individuata come pista da seguire: l’omicidio di camorra.
Infatti, Gaetano Ariosto, 49 anni e una fedina penale tutt’altro che linda, era residente a San Giovanni a Teduccio, è stato ammazzato con un colpo di pistola alla testa nel pomeriggio di giovedì scorso: apparentemente una chiara matrice camorristica, magari una vendetta trasversale. L’uomo, per giunta, era fratello di Pasquale Ariosto, uno dei “killer dello zainetto”, oggi all’ergastolo per l’omicidio di Luigi Mignano avvenuto nell’aprile del 2019 avvenuto nell’ambito degli scontri tra i clan rivali dei i Rinaldi e dei Mazzarella, a cui il gruppo Luongo-D’Amico. Inevitabile, a caldo, il legame con quella vicenda di quasi tre anni fa.
Omicidio a Boscotrecase: si è costituito l’assassino. Non ancora chiari i motivi del delitto
Poco dopo l’omicidio, Papa si era costituito ai carabinieri per confessare il delitto e, in presenza del suo avvocato aveva confermato la sua versione dei fatti e indicato il luogo dove aveva gettato la pistola utilizzata.
Proprio nel corso del lungo interrogatorio Papa avrebbe confessato di avere agito perché sommerso dai tanti debiti accumulati ed entrato in una spirale di ricatti e ritorsioni legate a presunti prestiti, sui quali sarebbero poi stati applicati tassi usurari. I nodi che gli inquirenti stanno ora tentando si sciogliere sono legati principalmente al ruolo di Ariosto in tutta la vicenda e se vi siano coinvolti altri soggetti. Troppi ancora i punti oscuri che avvolgono tutta la vicenda e le sue contorte variabili.
Antonio Papa, interrogato dai Carabinieri, ha chiesto più volte scusa ammettendo di aver sbagliato, ha pianto e ha anche fornito il movente che al momento è ritenuto attendibile dagli inquirenti e che sarà vagliato anche dal gip del Tribunale di Torre Annunziata a inizio settimana, quando si terrà l’udienza di convalida del fermo. Nel frattempo, il 43enne è stato arrestato e trasferito nel carcere di Poggioreale.