Sarebbe caduto nel vortice dell’usura Antonio Papa, piccolo imprenditore edile di Torre Annunziata, autore e reo confesso dell’omicidio avvenuto giovedì scorso in via Rio a Boscotrecase.

Il suo aguzzino, Gaetano Ariosto,  a cui aveva chiesto in prestito dei soldi, continuava ad incalzarlo affinchè gli venisse restituita la somma di denaro dovutagli da Papa, il quale esasperato avrebbe estratto ed usato la pistola esplodendo il colpo mortale.



A portare a tal punto l’imprenditore torrese sarebbe stato il fallimento di una truffa per accedere all’erogazione del bonus 110% per una ristrutturazione edilizia. L’operazione,  che avrebbe risollevato le sorti imprenditoriali e personali di Papa, si sarebbe rivelata fallimentare e avrebbe mandato nel baratro della disperazione il 43enne torrese: ditta in pessime acque, delusione per il mancato bonus e usuraio alle costole.

Omicidio a Boscotrecase: una truffa “bonus 110” fallita, questo il movente che ha trasformato l’imprenditore in assassino

Ero esasperato. Non volevo ucciderlo, ma ho avuto paura. La mia vita – dice Papa nel corso dell’interrogatorio – era diventata un inferno, ho portato l’arma perché volevo fargli capire quanto fossi disperato, poi ho sparato perché avevo paura potesse farmi del male. Già al telefono Gaetano Ariosto insisteva perché gli portassi subito i soldi, poi ha detto che al massimo avrei dovuto farlo entro sabato. Ma io non potevo e lui si è arrabbiato al punto da aggredirmi. Allora ho sparato”.




Questa la confessione di Antonio Papa, che ha riferito agli inquirenti di aver vissuto l’incubo di ritrovarsi invischiato in un debito insostenibile.

Intanto i carabinieri hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza dalle quali si spera di ricostruire in maniera certa la dinamica dell’accaduto, anche se con il passare dei giorni sembrano sempre più definiti i tristi contorni di tutta la faccenda.



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