La grappa è un liquore molto apprezzato e diffuso che si presta bene a essere consumato come digestivo a fine pasto. Tuttavia, di grappe ci sono tantissime tipologie e non sempre è facile orientarsi. Infatti, per classificare una grappa bisogna considerare diversi fattori come la sua classificazione, i metodi utilizzati per la distillazione, per l’invecchiamento e l’eventuale indicazione geografica protetta.
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Che cos’è la grappa, un prodotto tipicamente italiano
Il termine grappa può essere riservato solo alle uve che vengono prodotte, vinificate e distillate esclusivamente in Italia. Ecco perché, questo liquore apprezzato in tutto il mondo, è un vero e proprio simbolo del Made in Italy.
La grappa viene prodotta dalle vinacce che possono essere fermentate nel mosto del vino, con una percentuale alcolica, oppure distillate dalla vinificazione di uve bianche. Non mancano anche produzioni di grappa realizzate a partire da vinacce del vino rosato.
É importante non confondere la grappa con l’acquavite di uva: quest’ultima, infatti, è prodotta con tutto il chicco di uva, mentre la grappa è realizzata utilizzando solo buccia e vinaccioli dell’uva ed è più strutturata e intensa.
Grappa bianca, gialla o barricata: le differenze
La combinazione di vinacce, metodi di distillazione e fermentazione permette di ottenere tre diverse tipologie di grappe.
La grappa bianca è quella più semplice: è trasparente ed è “giovane”, ovvero viene realizzata con un periodo di riposo breve e conservata in recipienti di acciaio o vetro. Non essendoci il legno, il sapore è legato solo alle vinacce di partenza. Si tratta di una grappa secca, forte e vigorosa.
Quando la grappa viene poi conservata nei barili di legno, allora anche la colorazione e il suo sapore cambia. La grappa gialla si distingue in tre tipologie: se conservata per meno di 12 mesi in tini o barili di legno, si definisce affinata, mentre se viene lasciata nelle botti per un periodo superiore all’anno si parla di invecchiamento e se questo periodo supera i 18 mesi si ha una grappa riserva o stravecchia.
L’insieme di questi passaggi, dalla conservazione alla distillazione, fa si che la grappa assuma una tonalità dorata con riflessi ambrati e un sapore rotondo e più forte.
La grappa barricata prende questo nome perché viene conservata nelle barrique, botti in rovere francese da 225 – 228 litri che, in base alla tipologia di legno, assumono un diverso sapore. Si tratta di una varietà molto dolce, aromatica e con note che richiamano la vaniglia.
Sono presenti, poi, anche delle grappe aromatizzate: si tratta di distillati a cui vengono aggiunti alcuni ingredienti, come erbe, frutta o radici, da non confondere, invece, con la grappa definita aromatica che fa riferimento alla tipologia di vinacce utilizzate per la sua produzione. Le grappe aromatizzate sono un eccezionale dopo pasto: alcune hanno anche una funzione digestiva, come quelle arricchite con un erba medicinale, la ruta, e possono essere utilizzate anche per correggere il caffè.