Il Gazzettino vesuviano | IGV

La camorra grimaldello

Il grimaldello è un ferro ritorto o sagomato a una estremità per forzare una serratura. Figurativamente il grimaldello è un espediente. Aprire un vaso di Pandora significa scoprire improvvisamente problemi che per molto tempo sono rimasti nascosti. La camorra è un sistema criminale che gestisce attività illegali su un territorio. La camorra grimaldello, invece, è un espediente che viene utilizzato per forzare falsi vasi di Pandora che rivelano segreti di Pulcinella. Dunque, segreti che non sono più tali da tempo, ossia delle ovvietà. La camorra grimaldello è un concetto caro a molti, solo che non lo sanno. Oppure lo sanno, ma non riescono ad individuare un termine preciso. Ve lo do io: camorra grimaldello.

Il concetto è largamente utilizzato al Sud come al Nord Italia. Talvolta ci si è avvicinati con la locuzione “professionisti dell’Antimafia” di Leonardo Sciascia ma non è stato centrato esattamente il punto. La politica fa ampio uso della camorra grimaldello, e con essa il giornalismo spiccio, veloce, non approfondito. La camorra grimaldello riempie le bocche, ogni tanto le pance, e le pagine. Ma non produce cultura né bellezza, non ha niente di pratico. Forzatamente istituzionale, crea caos e paura. La camorra grimaldello è incomprensibile anche a chi vorrebbe ascoltare. L’unico risultato raggiungibile è un’opinione pubblica spaesata che continua ad allontanarsi dal vivere civile, dal non vedere il perché la camorra, quella vera, è un cancro di cui dovremmo liberarci. I recenti casi di Castellammare di Stabia e di Torre Annunziata, anche se profondamente differenti per le cronache, sono un forte indizio di tutto questo.



La camorra, appunto, è altra cosa da quella raccontata dalla camorra grimaldello. E mentre noi affoghiamo in fiumi di parole, i clan, i gruppi, le famiglie, le bande proseguono nell’arricchirsi sulla pelle degli onesti e dei deboli. La camorra è quel sistema criminale che porta i giovani a scappare dalla propria terra. Esistono realtà dove la presenza criminale è talmente forte che per vivere bisogna sottostare all’organizzazione, accettarne le regole. Altrimenti non è possibile vivere. Sopravvivere, forse.

È per onestà intellettuale che dovremmo distinguere la camorra dalla camorra grimaldello. La prima ammazza chi cerca di ostacolare i propri traffici; la seconda contribuisce affinché in piazza, ai cortei anticlan, non si presenti nessuno. “Ma la gente dove sta? Qui, tolti i giornalisti e i fotografi, siamo pochi”. Parole di don Maurizio Patriciello, il prete di Caivano noto per le battaglie in Terra dei Fuochi, pronunciate nel corso di una manifestazione anticlan a Frattaminore, qualche settimana fa, dove sono stati fatti deflagrare ripetutamente ordigni contro esercizi commerciali. Pochi giorni dopo un altro ordigno è esploso davanti alla chiesa di don Maurizio. La camorra utilizza le bombe, la camorra grimaldello utilizza un mare di parole incomprensibili. Il gioco è fatto.

Francesco Ferrigno



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