Tredici persone sono finite in carcere nell’ambito di un’indagine della Procura di Napoli Nord con l’accusa di aver commesso quattro violente rapine nel Napoletano, nel corso delle quali due vittime sono rimaste ferite da colpi d’arma da fuoco.

Nell’inchiesta risultano indagati anche nove detenuti, otto del carcere di Poggioreale e uno recluso in quello di Carinola (Caserta), per aver utilizzato i cellulari, introdotti in modo illecito in carcere, per parlare con parenti e amici.



La vicenda dei telefonini utilizzati dai detenuti è venuta fuori quasi per caso, mentre i carabinieri della stazione di Compagnia di Casoria indagavano su alcune rapine a conducenti di scooter e auto avvenute soprattutto nei comuni di Casavatore e Giugliano in Campania; qualche sospettato dei colpi ha parlato al cellulare con un detenuto, la chiamata è stata intercettata e così gli inquirenti hanno scoperto dell’utilizzo indebito dei telefonini dietro le sbarre, accertando in breve che il fenomeno riguardava anche altri reclusi.
Proprio le numerose telefonate tra sospetti rapinatori hanno permesso agli inquirenti di ricostruire la dinamica dei quattro episodi e di attribuirne le responsabilità.

Due rapine sono state commesse a Casavatore e Secondigliano ai danni di due persone a cui sono stati sottratti gli scooter con la minaccia di una pistola; il terzo raid a Giugliano, dove i banditi hanno tentato di rapinare l’auto ferendo con un colpo di pistola al gluteo il conducente. Il quarto ancora a Casavatore, dove i malvivente hanno ferito alla gamba il conducente di uno scooter.



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