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Castellammare, condannato l’ex cassiere del clan D’Alessandro

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E’ stato condannato a due anni di reclusione per droga Beniamino Pasqua, 54 anni, ritenuto dagli inquirenti l’ex cassiere del clan D’Alessandro. La sentenza dei magistrati riguarda la vicenda relativa all’aprile del 2021, quando il pregiudicato residente al rione Scanzano fu sorpreso (durante un controllo dei carabinieri) con la droga addosso. In particolare, Pasqua fu trovato nel centro della città di Pompei mentre passeggiava con atteggiamento sospetto. I carabinieri gli trovarono addosso diverse dosi di crack e cocaina, pronte per essere vendute. Dalle successive verifiche, al 54enne legato ai D’Alessandro furono trovati 4,30 grammi di crack e 2,6 di cocaina.



Adesso è arrivata la sentenza definitiva nel processo che lo vedeva imputato: l’ex cassiere della cosca scanzanese è stato così condannato alla pena di due anni, che sconterà agli arresti domiciliari. Beniamino Pasqua è una figura di tutto rispetto nello scacchiere criminale cittadino. Prima di essere beccato con la droga, il 54enne aveva scontato già 10 anni di reclusione con una lunga serie di precedenti, che svariano dall’evasione alla droga, continuando con rapina, violazione delle misure di prevenzione e associazione per delinquere di stampo mafioso. Il ras scanzanese fu arrestato già nel 2010. Secondo gli inquirenti gestiva già all’epoca le estorsioni per conto della cosca di Scanzano, ai danni di imprenditori e commercianti stabiesi.

Ed era considerato dagli inquirenti una figura apicale dei D’Alessandro, al punto da esserne per un breve periodo di tempo il cassiere. Una cosca, quella con quartier generale a Scanzano, che resta egemone, nella gestione secondo le ultime risultanze investigative dell’Antimafia. Seppur ridimensionato nella sua capacità criminale, dalla roccaforte collinare nel quartiere di Scanzano il clan D’Alessandro conserva la sua autorevolezza grazie alle alleanze con altri clan storici del capoluogo (quartiere di Secondigliano) e della provincia napoletana (quali i Nuvoletta e i Gionta) e a un’abile politica di spartizione delle attività illecite nel territorio con altri clan locali come i Cesarano del quartiere Ponte Persica e gli Imparato del Rione Savorito. I principali interessi illeciti sono confermati dall’operazione “Domino”, che nel 2020 ha portato all’arresto del gotha del clan di Scanzano quale detentore del controllo del mercato degli stupefacenti. Mercato estesosi nella penisola sorrentina grazie all’alleanza con i D’Afeltra-Di Martino in collaborazione per l’approvvigionamento con le ‘ndrine rosarnesi Bellocco e Pesce.



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