Pompeiano l’affresco esposto al Getty Museum. “Trafugato dagli Scavi, va restituito”

Secondo Christos Tsirogiannis, ex archeologo dell’Università di Cambridge, il pezzo di affresco conservato al museo di Los Angeles potrebbe provenire da Pompei

Un prezioso affresco di Pompei “è esposto in modo illecito al Getty Museum di Los Angeles”. Questa è l’ultima grave denuncia sul milionario traffico mondiale di reperti trafugati. A sottoscrivere l’accusa è l’ex archeologo forense dell’Università di Cambridge, oggi professore associato all’Istituto di Studi Avanzati dell’Università di Aarhus, in Danimarca, Christos Tsirogiannis: uno dei maggiori esperti nel panorama internazionale di ricchi manufatti trafugati.




Il frammento in questione è una porzione di affresco raffigurante una giovane donna che guarda fuori da un balcone mentre beve da una coppa. Tsirogiannis è riuscito a identificarlo grazie a una fotografia proveniente dall’archivio di Robert Hecht, un noto collezionista e trafficante d’arte morto nel 2012. Hecht è stato infatti accusato di aver sistematicamente acquistato e poi venduto reperti trafugati, tra cui un vaso greco risalente a più di 2500 anni fa e ceduto, nel 1972, al Metropolitan Museum of Art di New York per la cifra record di un milione di dollari. Il preziosissimo vaso greco, solo nel 2008, venne restituito all’Italia.

Per ciò che riguarda il presunto frammento pompeiano del Getty Museum, questo era stato donato nel 1996 da un collezionista privato che, a sua volta, lo aveva comprato da uno degli intermediari di Hect nel lontano 1987. Secondo Tsirogiannis, l’affresco arriva da Pompei e ha per questo già contattato il procuratore distrettuale di New York affinchè avvii un’indagine per stabilirne con certezza le origini.



L’esperto internazionale si è così espresso: “È una bellissima e rara rappresentazione che proviene dalla zona del Vesuvio, probabilmente da una delle ville coperte dalla cenere dopo l’eruzione. Il museo ha prove sostanziali che lo collegano a noti trafficanti. Decine di antichità della stessa collezione privata sono già state restituite dal Getty all’Italia. Questo è un altro caso”.

Nel 2000 uno dei principali archeologi di Cambridge – Lord Renfrew – aveva definito il frammento come un reperto “di provenienza sconosciuta” mettendo in dubbio la sua acquisizione da parte del collezionista. Lo stesso Renfrew, la scorsa settimana, ha chiesto al Getty di restituirlo all’Italia: “E’ certamente un esempio di un’antichità saccheggiata. Ci sono vari luoghi da cui può provenire, ma Pompei è certamente una possibilità”.



Non è la prima volta che il Getty Museum – fondato dall’industriale americano John Paul Getty – finirebbe coinvolto in indagini di questo tipo. Nel 2005 la sua ex curatrice di antichità, Marion True (assieme a Robert Hecht), fu incriminata in Italia perché accusata di essere la presunta complice di un’organizzazione di esperti trafficanti d’arte.

Nel frattempo, un portavoce del Getty Museum ha detto: “Il Getty ricerca costantemente informazioni sul background e la provenienza degli oggetti all’interno della sua collezione e considera nuove prove quando vengono presentate. Abbiamo una politica di lunga data di restituire gli oggetti ai loro Paesi d’origine o di scoperta quando la ricerca indica che tutto ciò è giustificato”.

Salvatore Piro



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