Nella Città della Pasta sono iniziati i lavori di restauro e consolidamento strutturale dell’arco canale di Piazza San leone (oggi Piazza Marconi).
A darne notizia è direttamente il Sindaco di Gragnano, Nello D’Auria, che scrive via Facebook: “Il progetto di restauro ha come finalità principale quella di preservare e recuperare i caratteri originari del manufatto in tutta la sua bellezza”.
“Verranno ripresi i paramenti murari originari, ripristinati i vani di accesso al piano terra, riaperti e riallineati in prospetto i vani finestra e soprattutto si procederà alla ricostruzione del tetto di copertura divelto”, aggiunge ancora D’Auria.
“All’esterno dell’intero complesso si istallerà un sistema di illuminazione artistica a led ed un sistema di videosorveglianza. Il recupero e la rifunzionalizzazione del manufatto costituiscono un supporto all’offerta turistica del territorio”, conclude il sindaco della Città di Gragnano.
Oltre all’opera di recupero e di restauro architettonico, si prevede anche, come già accennato, un intervento di consolidamento strutturale, questo sia per quanto riguarda la parte del mulino sia per l’arco.
L’arco canale sarà realizzato con materiali e tecniche innovative: fibre di basalto e carbonio.
Anche gli interni avranno le loro finiture, si tratta di forniture ed istallazioni di nuovi infissi insieme alla realizzazione di tutti gli impianti necessari.
Va ricordato che all’epoca, tra la fine del cinquecento e l’avvento del seicento, fu la famiglia Quiroga – proprietaria sia delle acque che delle canalizzazioni – a costruire ben trenta mulini.
Fu proprio alla fine del seicento che la produzione di pasta passò da Castello (antico castrum fortificato del ducato amalfitano) e Caprile verso il centro città, quindi presso l’allora Piazza San Leone ed il Trivione (oggi Piazza Matteotti).
La struttura in corso di sistemazione in Piazza Marconi è nominata appunto: arco canale e Mulino Quiroga.
L’area dove è presente ancora oggi la fontana di Piazza Marconi era precedentemente occupata dalla Chiesa di San Leone II, questa era circondata da un gruppo di case che poi insieme alla stesso edificio della chiesa, crollarono a causa del terremoto del 1830.
La fontana è realizzata in pietra calcarea, con elementi in marmo bianco e maschere di Giano bifronte che risalgono al 1604, su di esse appaiono le spighe di grano scolpite con la scritta “His Vivitur”, cioè “Qui è la vita”.
Andrea Ippolito