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L’ex capo dei Vigili di Pompei condannato per concorso in peculato. Il Comune, ora, gli chiede i danni

Questo è solo l’ultimo capitolo della querelle giudiziaria (tra l’altro non unica ndr) che vede il Comune di Pompei contrapporsi all’ex comandante dei Vigili Urbani Salvatore Contaldo, oggi in pensione.

Nel 2020 l’ex capo della Municipale è stato condannato in primo grado per peculato in concorso. La sentenza è stata confermata l’anno dopo dai giudici della II sezione penale della Corte di Appello di Napoli. Nei due processi, il Comune di Pompei si è costituito parte civile. Nella sentenza di secondo grado, i giudici hanno riconosciuto – oltre ai presunti danni subiti – anche il rimborso delle spese legali in favore dell’amministrazione comunale.



Da qui, la giunta del sindaco Carmine Lo Sapio ha deciso ora di spendere circa 1500 euro per ingaggiare un avvocato iscritto all’albo speciale istituito dall’amministrazione. La “mission” sarà di agire in sede civile contro l’ex capo dei vigili per le “opportune azioni legali per recupero di somme“.

L’ex capo della Municipale, come già sottolineato, non è nuovo alle cronache giudiziarie. E, soprattutto, alla necessità di rimborso delle sue spese legali a carico del Comune. Come i 25mila euro lordi già versati infatti dal Comune per un diverso procedimento penale aperto nel 2003, al Tribunale di Torre Annunziata, a carico di Salvatore Contaldo.




Tuttavia dopo “alcuni accertamenti, l’Ente, rilevata la mancata allegazione da parte del dipendente pubblico delle fatture quietanzate da parte del legale scelto per il procedimento”, così come si legge nell’ultima delibera approvata dalla giunta, ha promosso un’azione di recupero somme.

Già nel 2016 l’amministrazione comunale aveva “invitato” l’ex capo dei vigili “a regolarizzare entro il 4 ottobre tale gravenza probatoria”. In mancanza, sarebbe partita la procedura di messa in mora. In quest’ultimo caso, l’ex comandante Contaldo ha però avuto ragione.



Il 23 febbraio 2021 il giudice Zicari, della II sezione del Tribunale di Torre Annunziata, ha rigettato in sede civile la richiesta di recupero avanzata dal Comune. L’amministrazione del sindaco Lo Sapio, però, farà appello contro la sentenza.

Contaldo fu inoltre coinvolto nell’ambito di una vecchia indagine per presunto assenteismo. Erano gli inizi del 2000, l’ex comandante della Municipale finì al centro di una vasta indagine che lo accusava di essere un presunto furbetto del cartellino, “privilegiando” gli alberghi di sua moglie al lavoro in ufficio. Accusato di truffa dai pm Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli, Contaldo trascorse pure dieci giorni in carcere prima di ottenere la piena assoluzione e un maxi-risarcimento per “ingiusta detenzione” da circa duecentomila euro.

Salvatore Piro



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