Gli operai della ex Meridbulloni di Castellammare di Stabia hanno chiesto, tramite i sindacalisti Antonio Santorelli della Fiom-Cigl e Domenico Vacchiano della Uilm-Uil, ai commissari prefettizi della cittadina stabiese un tavolo di lavoro risolutivo con la Regione Campania. Poco tempo prima dello scioglimento dell’amministrazione stabiese quest’ultima aveva firmato un protocollo di intesa per legare il futuro degli operai stabiesi che si sono trovati senza posto di lavoro al destino dell’area dove sorgeva la ex Meridbulloni.



Meridbulloni Castellammare di Stabia presidioEx Meridbulloni di Castellammare: “Regione sorda”

Oggi quei 40 operai hanno rivendicato quell’impegno accusando la Regione di “sordità” ed attivare un piano di iniziative da mettere in campo su quell’area. L’obiettivo è tutelare gli operai e le loro famiglie che sono rimaste senza risorse sociali a cui aggrapparsi per non sprofondare nell’incubo iniziato quel lontano dicembre del 2020. La richiesta di un tavolo di lavoro per risolvere la questione è stata recapitata anche alla Prefettura di Napoli ed alla stessa Regione Campania.



L’intervento di Gennaro Saiello

Sulla vicenda ha rilasciato una dichiarazione anche Gennaro Saiello già consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione speciale 4.0, quella sull’industria. “C’è un piano, sul tavolo della Regione Campania, grazie al quale si potrebbe garantire occupazione anche a chi è rimasto fuori dal mercato del lavoro, consentendo nello stesso tempo di far ripartire un insediamento industriale impoverito da decenni di desertificazione industriale.

Il progetto Vescovini

Il progetto, presentato dal gruppo Vescovini, prevede l’acquisto di un perimetro dell’area Asi di Acerra e la costruzione di capannoni e infrastrutture. Con una previsione di investimento pari a 20 milioni di euro, il piano presenta allo stato due criticità. L’una è sul cronoprogramma, tenuto conto che al momento è ancora su carta. In secondo luogo, verrebbero tenuti fuori i 40 lavoratori ex Meridbulloni che hanno scelto di emigrare dagli stabilimenti di Monfalcone, salvo ripensarci e ritrovarsi oggi in Naspi senza prospettive di reinserimento”. È quanto denuncia il presidente della Commissione Industria 4.0 e consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gennaro Saiello, che nelle prossime ore depositerà sulla questione un’interrogazione alla giunta regionale della Campania.



Quale futuro per gli ex Meridbulloni?

“In risposta a un question time – ricorda Saiello – l’assessorato regionale alle Attività Produttive aveva annunciato che avrebbe seguito ogni passo della procedura. Chiedo alla Regione di mantenere fede agli impegni presi. Abbiamo il dovere di agevolare in ogni modo possibile un’operazione che, in controtendenza alla fuga a gambe levate di imprese a cui assistiamo da anni, porterebbe ricchezza e lavoro in Campania. La prospettiva di creare nuovi posti di lavoro dovrebbe, inoltre, poter contemplare il reinserimento degli ex Montefibre. Un nuovo insediamento produttivo sulle ceneri del loro ex stabilimento potrebbe essere l’opportunità per riassorbire lavoratori che da anni vivono con la mobilità in deroga e che ogni anno firmano un patto di disponibilità al lavoro, oltre che ad essere inclusi nelle politiche attive del lavoro”.

Ivano Manzo



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