A Castellammare di Stabia Paolo Carolei torna un uomo libero, senza alcun vincolo con la giustizia. Dopo la scarcerazione avvenuta nelle scorse settimane, per il ras del clan D’Alessandro è arrivato anche lo stop alla sorveglianza speciale. Infatti i giudici del Tribunale per le Misure di prevenzione di Napoli hanno infatti respinto la richiesta di applicazione della sorveglianza speciale di 4 anni, avanzata dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti del pluripregiudicato del rione Ponte Persica. Il giudice ha dunque accolto la tesi difensiva dell’avvocato Raffaele Chiummariello, legale di Carolei che da oggi è dunque per la legge un uomo libero.



Castellammare: il boss festeggiato con fuochi d’artificio

Il 51enne lasciò il carcere lo scorso primo febbraio. L’evento fu festeggiato nei quartieri di Castellammare con fuochi di artificio e vari video di familiari ed amici pubblicati sui social. Per gli inquirenti, Carolei è uno dei boss più temuti di Castellammare. Come dimostrato anche dalle ultime rivelazioni dei collaboratori di giustizia (e confermato dalle recenti inchieste giudiziarie) il ras di Ponte Persica ha un indiscusso potere sulla criminalità organizzata locale. Per anni all’isolamento, in regime di 41 bis, Carolei ha scontato 12 anni di carcere nell’ambito dell’inchiesta Golden Gol su scommesse e camorra.



Il regista del patto siglato tra il clan D’Alessandro e i Di Martino

Secondo gli inquirenti, attraverso l’attività delle scommesse sugli eventi sportivi, il ras andava a riciclare i soldi che arrivavano nelle casse della consorteria criminale attraverso traffico di droga, usura ed estorsioni. Lo stesso pregiudicato di Ponte Persica è ritenuto il regista del patto siglato tra il clan D’Alessandro e i Di Martino di Gragnano, per il controllo del traffico di droga. Sale così l’attenzione delle forze dell’ordine nella città stabiese, anche alla luce di un’altra scarcerazione eccellente, risalente a poche settimane fa. Ovvero quella di Michele Onorato, alias o’ pimontese, ritenuto dagli inquirenti tra i vertici del clan Cesarano. Onorato avrebbe dovuto attendere il 2030 prima di chiudere i suoi conti con la giustizia.



Gravi errori giuridici

La difesa affidata all’avvocato Gennaro De Gennaro è riuscita tuttavia a capovolgere la storia processuale del suo assistito, facendo emergere i gravi errori giuridici che erano stati commessi ai suoi danni. E per il ras, che doveva ancora scontare 8 anni tra carcere duro e casa lavoro quale misura di sicurezza, è arrivata la inaspettata scarcerazione, in quanto la Procura di Napoli ha accolto l’istanza del suo difensore. Niente più carcere, niente più casa lavoro ma la libertà ed il ritorno nella sua terra, nel rione Moscarella.



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