Una gara per il servizio ambulanze e per il trasporto sangue “pilotata” a favore del clan camorristico dei D’Alessandro di Castellammare di Stabia. È quanto emerge dai dettagli dell’inchiesta “Cerbero” che ha portato all’emissione di 35 avvisi di garanzia nei confronti di capi e gregari del clan del rione Scanzano. Stando a quanto raccontato in queste ore dai media i protagonisti della vicenda, risalente al 2010, sarebbero Valentino Marrazzo, un pusher oggi collaboratore di giustizia, Antonio Rossetti alias ‘o guappone, figura di spicco del clan stabiese, ed il prestanome di una ditta.

Castellammare, “Cerbero”: il ruolo del pentito Marrazzo

A svelare il sistema è stato proprio Marrazzo sentito dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli che ha portato avanti l’inchiesta Cerbero insieme ai carabinieri della compagnia di Castellammare. Lo stesso Marrazzo avrebbe lavorato per la ditta che non solo si sarebbe aggiudicata l’appalto del 2010 ma, tramite la “forza” del clan, avrebbe creato anche un regime di monopolio nel settore delle ambulanze. Secondo quanto affermato dal pentito, infatti, diversi imprenditori sarebbero stati minacciati con l’obiettivo di non farli “avvicinare” a Castellammare.

La gara del 2010

Per quanto concerne la gara, invece, questa sarebbe stata bandita dall’Asl nel 2010. Il documento riguardava il servizio ambulanze tipo B e A e per il trasporto sangue. Una gara pilotata poiché i partecipanti erano tutti d’accordo. Ad aggiudicarsela sarebbe stata proprio l’azienda di Rossetti che agiva con un prestanome. Agli atti dell’inchiesta anche un episodio raccontato da Marrazzo per cui sarebbe stato impedito ad un’altra impresa di portare via una persona deceduta.

Le accuse e gli indagati

Le accuse in “Cerbero” spaziano dall’estorsione allo spaccio di stupefacenti, fino ovviamente all’associazione per delinquere di stampo camorristico. Nell’elenco degli indagati, che rischiano un nuovo processo, ci sono tra gli altri Michele D’Alessandro (figlio di Luigi e nipote dell’ex e defunto fondatore della cosca Michele) e Teresa Martone (moglie dell’ex e defunto boss Michele, di recente scarcerata con l’esilio per 4 anni fuori dalla regione Campania). E poi Antonio Rossetti ‘o guappone (tra gli esponenti di spicco della cosca di Scanzano), il pentito Pasquale Rapicano e Antonio Di Martino (ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonima cosca attiva nell’area di Gragnano e dei monti Lattari).

GLI APPROFONDIMENTI SULL’INCHIESTA

Camorra sotto scacco: 35 indagati nell’inchiesta “Cerbero” (TUTTI I NOMI)

Materiale elettorale per Scanzano nel 2013: l’incontro tra l’affiliato e l’esponente del Pd

Castellammare, De Siano (Fi): “Patto clan-Pd? Pronta interrogazione al Ministro”

Castellammare, Nappi (Lega): “Santini del Pd al clan, nessuno ha la patente della legalità”

Castellammare, inchiesta “Cerbero”: il boss parlò con l’ex capogruppo Pd dell’appalto rifiuti

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