La Pasqua si avvicina a Castellammare e, come purtroppo da tradizione, cresce anche la preoccupazione per la tassa straordinaria imposta dalla camorra a imprenditori e commercianti. Superato lo stato di emergenza per la pandemia, secondo gli investigatori è alta la preoccupazione per il ritorno del “pizzo di Pasqua”, imposto dai D’Alessandro in città. Si tratta di una imposta più pesante del solito, ripetuta a Natale e a Ferragosto, nei confronti delle vittime del racket. Purtroppo di denunce vere e proprie non ce ne sono, tuttavia le forze dell’ordine hanno deciso di aumentare l’attenzione su questo fenomeno. Il versamento mensile sarebbe maggiorato del 20 per cento circa, rispetto a quanto normalmente richiesto negli altri mesi.
Castellammare: allarme pizzo in città
Poi c’è chi deve versare al clan 5mila euro, soprattutto gli imprenditori più in vista, per “benedire” le festività pasquali. Mentre un’altra richiesta di 100 euro verrebbe richiesta per ambulanti e piccoli negozi. Somme che non sempre sono nella disponibilità dei negozianti. Tanti sarebbero tuttavia i commercianti di Castellammare in difficoltà, visto anche il perenne periodo di crisi economica che interessa anche l’area stabiese. Fatto sta che “il pizzo”, insieme allo spaccio di sostanze stupefacenti, resta ancora una delle principali entrate economiche della malavita locale. E in questo contesto c’è anche la nuova forma del “micro – pizzo”. Richieste di tangenti da 100 euro al mese, imposte ai piccoli commercianti della città.
Gli affari illeciti del clan
Soldi raccolti ogni mese, che servono più a marcare il territorio che non a finanziare gli affari illeciti di un clan che, solo dalla droga, incassa introiti milionari ogni anno. Una strategia che sarebbe stata avanzata dalle nuove leve della cosca del rione Scanzano, egemone nella città delle terme. Cento euro appena ottenuti, avvalendosi della valenza intimidatoria derivante dalla sua appartenenza al clan D’Alessandro.
Tensione anche sui monti Lattari
Attenzione alta anche sui monti Lattari, dove le organizzazioni malavitose potrebbero decidere di seguire la strada intrapresa dai D’Alessandro e imporre a loro volta il racket delle estorsioni pasquali. Le attenzioni principali sono rivolte su Gragnano, Agerola e Pimonte, ma anche a Sant’Antonio Abate dove nelle scorse settimane sarebbe nata una nuova organizzazione criminale. Sarà controllato l’intero territorio con maggiore attenzione, cercando anche di squarciare il silenzio che, da anni, ormai, rende più difficili le indagini.