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Omicidio di Giovanni Guarino a Torre del Greco: prove “schiaccianti” contro i due giovanissimi indagati

I due quindicenni di Torre Annunziata fermati con l’accusa di omicidio e tentato omicidio, sono stati ascoltati oggi dal magistrato, il gip Anita Polito. Nel primo interrogatorio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al pm minorile Claudia De Luca.

Una lite per futili motivi nel Luna Park di via Nazionale a Torre del Greco, la rissa, l’accoltellamento. Ci sono nuovi testimonianze da raccogliere e l’arma del delitto, un coltello, non ancora recuperata. Sopralluogo della Polizia tra le giostre dove è cominciato tutto. Tutto per uno sguardo di troppo, dopo un casuale incrocio tra i due gruppi di giovani torresi ed oplontini. Forse un urto spalla contro spalla, probabilmente involontario. Da quel momento la follia e il sangue con l’omicidio di Giovanni Guarino.



Poco più che adolescenti sembrano non essere ancora consapevoli di quanto accaduto. Da ricostruire il contesto familiare di provenienza per capire quanto abbia influenzato i comportamenti aggressivi. Entrambi i due giovani indagati sono già segnalati per episodi di violenza e imparentati con alcuni pregiudicati che sarebbero vicini al clan Gallo-Cavalieri. Il papà di uno dei due è ai domiciliari per spaccio di droga, mentre lo zio del presunto assassino è ritenuto un affiliato di spicco del clan.

Sui social i due quindicenni appaiono in alcuni video in pose da veri boss, con pistole e con grosse somme di denaro tra le mani, ma anche mentre si lanciano in invettive contro coloro che definiscono “infami”. Il loro ambiente naturale appare essere il “branco” con il quale si muovono e agiscono spalleggiandosi l’un l’altro.

Il diciottenne, Nunzio Abbruzzese, ricoverato al Maresca sta meglio ed ha lasciato il nosocomio torrese per volontà dei genitori. Per Giovanni Guarino, che avrebbe compiuto 19 anni tra un mese, dolore e sconcerto.

Lascia l’ospedale il diciannovenne coinvolto nella rissa in cui ha perso la vita Giovanni Guarino




Le indagini, condotte dai poliziotti della squadra mobile di Napoli e del commissariato di Torre del Greco, sono state coordinate dalla Procura per i Minorenni partenopea, che ha firmato il decreto di fermo per omicidio e tentato omicidio nei confronti dei due 15enni, i quali al momento sono rinchiusi nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei di Napoli, mentre si ricercano ulteriori complici.

Le prove ritenute schiaccianti sono rappresentate dalle macchie di sangue sui vestiti dei due giovanissimi e sullo scooter utilizzato per allontanarsi dal luogo dell’omicidio e poi i filmati di alcune telecamere presenti in zona e lungo il percorso. C’è anche un testimone che ha riconosciuto il ragazzo che impugnava il coltello.

I due minorenni sostengono, attraverso l’avvocato Mauro Porcelli che li assiste, di trovarsi nella serata di domenica a Torre del Greco sul luogo dell’omicidio, ma di non aver accoltellato Guarino.



A raggiungere la famiglia per un conforto il sindaco di Torre del Greco e don Giosuè Lombardo, il parroco della Basilica di Santa Croce che ha raccolto il dolore di Antonio Guarino, il padre del 19enne: “Giovanni è uscito alle 22.15 – ha riferito il genitore – e dopo solo dieci minuti ci hanno chiamato per comunicarci che era morto. Come è possibile?”. Il vescovo don Domenico Battaglia, come ha riferito il parroco, si è reso disponibile a partecipare alle esequie di Giovanni. Nel giorno dei funerali il comune corallino proclamerà il lutto cittadino e le saracinesche del centro saranno abbassate.

Appello della zia di Giovanni sui social: “Giustizia per mio nipote. Chi sa parli, oggi è successo a Giovanni, domani può essere un figlio vostro”.



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