Ercolano: giustizia per Tullio e Giuseppe, disposto il rito immediato per il camionista

Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Napoli Carla Sarno dopo avere esaminato la richiesta presentata dai sostituti procuratori di Napoli Luciano D'Angelo e Daniela Varone, che hanno indagato sull'accaduto

Sarà celebrato con il rito immediato il prossimo 26 maggio, dinnanzi alla prima sezione della Corte di Assise di Napoli, il processo nei confronti di Vincenzo Palumbo, l’autotrasportatore di 53 anni accusato dell’omicidio di Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, i giovani uccisi con due colpi di pistola calibro 40 la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2021, ad Ercolano, in provincia di Napoli.


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Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Napoli Carla Sarno dopo avere esaminato la richiesta presentata dai sostituti procuratori di Napoli Luciano D’Angelo e Daniela Varone, che hanno indagato sull’accaduto, insieme con i carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Amato.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti eseguiti dai militari di Torre del Greco e dei Ris di Roma, quella tragica notte, Palumbo esplose sette colpi di pistola contro la Fiat Panda a bordo della quale viaggiavano i due giovani (che avevano, rispettivamente, 27 e 26 anni).


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Tullio Pagliaro era alla guida della vettura mentre Giuseppe Fusella era seduto sul lato passeggero: due di quelle sette ogive, dopo avere attraversato il tettuccio della vettura, raggiunsero Tullio e Giuseppe uccidendoli sul colpo. Altre quattro raggiunsero l’auto che stava passando davanti all’abitazione di Palumbo ma senza colpire i ragazzi.

Il duplice omicidio, che viene contestato con l’aggravante dei motivi abietti e futili, secondo quanto ha reso noto lo stesso l’imputato durante gli interrogatori con gli inquirenti, sarebbe stato causato dalla volontà di Palumbo vendicarsi di un furto nella villetta subìto in precedenza. I familiari di Pagliaro sono difesi dall’avvocato Maurizio Capozzo mentre i parenti di Fusella dall’avvocato Gennaro Bartolino. Palumbo, infine, è difeso dall’avvocato Giovanni Abet.

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