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Procida Capitale italiana 2022: “La Cultura non isola”

Ricchissimo di eventi, il programma di Procida Capitale della Cultura 2022, inaugurato lo scorso week end alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ad accoglierlo sul belvedere dei Cannoni, che s’affaccia sul magico borgo della Corricella, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ed il primo cittadino di Procida Dino Ambrosino.

Sull’isola erano presenti importanti figure istituzionali locali, tra cui il segretario comunale Virginia Terranova, che ha avuto un ruolo chiave nell’avvio dei lavori che hanno consentito l’aggiudicazione dell’ambita nomina di Capitale Italiana della Cultura.



La vittoria di Procida quale Capitale italiana della cultura 2022 – afferma il Segretario comunale – è un segnale positivo per tutte le piccole comunità, perché possano rappresentare luogo di esplorazione, di sperimentazione e conoscenza, perché possano guardare al futuro, pur salvaguardando le peculiarità della dimensione locale

Con Procida, invero, per la prima volta, è un’isola la Capitale italiana della Cultura. L’isola del Golfo di Napoli ha vinto con un programma culturale (consultabile sul sito www.procida2022.com) che ha preso il via con una rappresentazione en plain air di ‘Moby Dick’ a piazza Marina grande, un evento – tratto dalla novella di Herman Melville – ispirato alle suggestioni dei miti del mare e che ha incantato gli spettatori con la trasformazione di un carro nave nella leggendaria balena bianca.



“La Cultura non isola”, culture never isolates è il motto della manifestazione che nasce all’insegna delle 5 i: Procida inventa, Procida ispira, Procida include, Procida impara, Procida innova. E Procida incanta aggiungerei, con un programma culturale di 44 progetti, 150 eventi e 300 giorni di programmazione, e che entrerà – domani – nel vivo col ritorno dei Misteri del Venerdì Santo, la processione pasquale che – dopo i due anni di stop causa pandemia – torna a coinvolgere vecchi maestri artigiani dell’isola e nuove generazioni, nell’allestimento di manufatti ispirati alle Sacre Scritture.




Si apre, quindi, con la Settimana Santa, l’anno della cultura “dell’isola di Arturo”. Si apre con percorsi naturalistici, passeggiate tra orti, giardini e limoneti in cui i visitatori saranno accompagnati in un viaggio sensoriale di odori, colori e sapori tipici della nostra terra, concerti e opera lirica tra le barche dei pescatori, laboratori di arte e scrittura, come quello ispirato ad Elsa Morante, per educare i più piccoli alla lettura, performance teatrali e proiezioni cinematografiche, e ovunque mostre. In particolare, si segnala quella del lino prodotto nella colonia penale. La fibra – prodotta nel carcere e poi finemente ricamata dalle donne procidane –  era il filo che simbolicamente legava due mondi, il dentro e il fuori le mura carcerarie. Il focus qui è sul sociale; e non manca attenzione per il tema dell’immigrazione, con un programma di uscite in barca e battute di pesca, regate di vela,  escursioni e immersioni, e di attività marinare in generale rivolto ai migranti  accolti sull’isola e che hanno subìto il trauma delle traversate in mare e a persone diversamente abili per favorire un percorso di riconciliazione e integrazione. Perché la cultura è integrazione. Come recita Procida in rosa: la cultura non isola. La cultura accoglie, come solo sa fare un porto nel mare.

“A uno non basta la contentezza di essere un valoroso, se tutti quanti gli altri non sono uguali a lui, e non si può fare amicizia” — Elsa Morante, libro L’isola di Arturo.

Ornella Scannapieco



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