È finita. O quasi. Ma sembra proprio finita. Il Napoli era caduto contro la Fiorentina, 8 giorni fa, e oggi contro la Roma prende il colpo di grazia, gelato da un gol al 91’ di El Shaarawy.

Bruttissima partita degli azzurri, anche letta male da Spalletti, che toglie Osimhen in un momento clou del match, dove in contropiede avrebbe potuto segnare il gol del raddoppio. Ma, tralasciando questo, si è visto un Napoli non da scudetto. Prestazione inaccettabile.



La partenza era anche stata buona da parte degli azzurri, non a caso il gol del vantaggio è arrivato dopo 11 minuti. Sin da subito i partenopei iniziano a giocare un buon calcio propositivo, fino a quando Lozano viene travolto in area di rigore, guadagnandosi un penalty, che Insigne realizza, nonostante l’intuizione del lato di parte di Rui Patricio.

Ed è già da qui che il Napoli comincia gradualmente a staccare la spina, ma almeno si vede comunque una squadra solida, raramente propositiva ma che almeno tiene duro a denti stretti e di fatto rende la Roma un nulla di fatto. E si porta così negli spogliatoi in vantaggio.




Ma il secondo tempo è un supplizio: la Roma è sempre all’arrembaggio, sempre pericolosa, e si capisce già dal minuto 60 che per il pareggio sarebbe stata solo questione di tempo. Il Napoli di rado riparte in contropiede, ma le uniche occasioni sono un tiro di Osimhen sull’esterno della rete e due tiri dalla distanza centrali.

L’undici di Mou spesso grazia gli azzurri, come ad esempio con un colpo di testa sporco di Abraham. Ma poi al 91’ El Shaarawy non perdona, completamente smarcato, e fa calare il silenzio al Maradona.



Il Napoli ci vuole anche provare, ma con un gioco che non può essere definito tale. Palla in avanti alla cieca, a cercare probabilmente Mertens, che, si sa, non è un giocatore con queste caratteristiche.

Finisce 1-1 e il Napoli esce dal prato del Maradona con un pareggio dall’amaro sapore di sconfitta ma anche con una certezza: può cambiare allenatore, possono cambiare i calciatori, ma la realtà è sempre la stessa. Non c’è mentalità, non c’è la stoffa per vincere lo scudetto. E ci si accontenta della Champions che, viste le ultime due annate, non dispiace neppure.

Giuseppe Garofalo



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