Duro colpo al clan Moccia: carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa il 9 aprile 2022 dal gip di Napoli, nei confronti di 57 indagati. La cosca camorristica risulta attiva nei territori di Afragola e Casoria.



Clan Moccia: le misure cautelari

Per 36 di essi veniva disposta la misura del carcere, per 16 la misura degli arresti domiciliari e per 5 la misura del divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa. Tutti sono gravemente indiziati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ricettazione, favoreggiamento, reati aggravati dalla finalità di agevolare il clan Moccia.



Il maxi-sequestro

Contestualmente, il Gruppo d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Gico) della guardia di finanza ha eseguito ulteriori 2 misure del divieto temporaneo di esercitare attività d’impresa e un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di beni mobili, immobili e di quote societarie per un valore di circa 150 milioni di euro.

“Con l’operazione messa a segno questa mattina contro il clan Moccia, lo Stato ha conseguito una vittoria fondamentale contro una delle più potenti organizzazioni criminali della Campania e del Paese. Grazie al lavoro congiunto dei carabinieri del Ros e del Gico della Finanza, è stato praticamente decapitato un cartello che ha scritto le peggiori pagine di storia della camorra, oggi capace di controllare comparti produttivi tra i più importanti, dai rifiuti al settore immobiliare, passando per i petroli e gli appalti per l’Alta Velocità ferroviaria”. Così il deputato del Movimento 5 Stelle Luigi Iovino, commentando l’operazione contro il clan camorristico dei Moccia, che ha portato all’esecuzione di 57 misure cautelari e al sequestro di beni per 150 milioni.

“Oggi lo Stato ha guadagnato nuovo terreno contro una malavita che da decenni condiziona i mercati a ogni livello. Un risultato – conclude Iovino – a tutto vantaggio di quanti, soprattutto al Sud, provano a fare impresa lavorando in maniera onesta e muovendosi nella più assoluta legalità, ma che trova ostacoli da parte di chi opera corrompendo e pilotando appalti”.



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