Su delega del Procuratore della Repubblica, nella mattinata odierna, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e la Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Napoli, hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di sei soggetti gravemente indiziati del dipinto, olio su tavola, trafugato dalla Basilica di San Domenico Maggiore – Convento dei Padri Domenicani, raffigurante l’icona del Salvator Mundi o Cristo Benedicente, copia del più famoso Salvator Mundi realizzato da Leonardo da Vinci, venduto dalla casa d’asta Christie’s di New York per un valore di 450 milioni di dollari.
Sono stati fermati i seguenti indagati: Pasquale Ferrigno, collaboratore familiare del convento di San Domenico, in possesso di tutte le chiavi di accesso al museo doma: avrebbe consentito a Tommaso Boscaglia e Marco Fusaro, l’accesso alla sala del tesoro, consentendo ai due di impossessarsi del Salvator mundi. Decreto di fermo anche a carico di Domenico De Rosa e Vincenzo Esposito e Antonio Mauro, che avrebbero ricevuto da Ferrigno e da Boscaglia e Fusaro il dipinto, poi consegnato a Silvio Vitagliano, a sua volta condannato in un precedente fascicolo.
Secondo la Procura, in tutta la vicenda sembra aver avuto un ruolo di rilievo anche la camorra: a svolgere il ruolo di intermediario sarebbe stata Maria Licciardi, reggente del clan Licciardi nonché una dei capi dell’Alleanza di Secondigliano. Fu arrestata il 7 agosto 2021, all’aeroporto di Ciampino. Attualmente si trova detenuta nel carcere di Rebibbia, e sottoposta al regime previsto dall’Articolo 41-bis.
Un mercante svizzero sarebbe stato pronto ad acquistare il Salvator Mundi trafugato dalla basilica di San Domenico Maggiore. L’affare era fatto e avrebbe rappresentato incassi da capogiro per due bande di ladri e ricettatori napoletani, quelli che avrebbero ricevuto una sorta di benedizione laica da parte proprio di Maria Licciardi, lady camorra. Sono questi i retroscena che emergono dalle intercettazioni che stanno alla base del fermo della Procura a carico di sei soggetti, ritenuti esponenti di due gang: quella dei ladri; e quella dei ricettatori.
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Il dipinto fu recuperato il 16 gennaio 2021 ed è una copia, di ingente valore storico e artistico, risulta essere stata realizzata da un allievo di Leonardo, nel secondo decennio del secolo XVI.