Inchiesta sull’area ex Cirio di Castellammare di Stabia: “Insussistenza del profilo della attualità delle esigenze cautelari”. Così il Riesame ha detto “no” agli arresti domiciliari per il senatore Luigi Cesaro, per il deputato Antonio Pentangelo e gli altri indagati. Ieri mattina, il Tribunale del Riesame di Napoli (ottava sezione, collegio F) ha sciolto la riserva.
Castellammare: l’ordinanza emessa due anni fa
I giudici hanno così nuovamente annullato l’ordinanza emessa due anni fa dal gip del tribunale di Torre Annunziata nei confronti dei due parlamentari di Forza Italia. Nell’inchiesta risultano indagati anche Vincenzo Campitiello, ex funzionario dell’Agenzia delle Entrate, Antonio Elefante (progettista delle opere, accusato di aver corrotto alcuni funzionari) e soprattutto Adolfo Greco, l’ex imprenditore del latte proprietario del complesso ex Cirio di Castellammare.
Nessun allarme sociale
La questione dell’utilizzabilità delle intercettazioni contro i due parlamentari non è stata trattata dai giudici. Il Riesame non è entrato nel merito delle prove. Ma, come già accennato, i giudici hanno puntato sull’“insussistenza del profilo della attualità delle esigenze cautelari”. Questo, tenuto anche conto del tempo trascorso dai fatti e della carenza di elementi attualizzanti della pericolosità degli indagati”. Come riportato da Il Mattino di oggi, gli indagati “non presentano profili personale di particolare allarme sociale, risultando incensurati e privi di carichi pendenti e in merito al pericolo di reiterazione del reato sollevato dalla Procura non viene riscontrato a distanza di più di sette anni dai fatti”.
I fatti: l’inchiesta e l’ipotesi di corruzione
Fatti che riguardavano gli anni 2014 e 2015. L’inchiesta ipotizza alcuni episodi di episodi di corruzione da parte di Adolfo Greco nei confronti di Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo. L’obiettivo sarebbe stato quello di nominare all’ex Provincia un commissario ad acta per accelerare l’iter di rilascio dei permessi a costruire. Dopo la notizia delle indagini in corso l’amministrazione comunale dell’allora sindaco di Castellammare Gaetano Cimmino bloccò completamente la procedura. Alla luce dell’annullamento dell’ordinanza per le misure cautelari, adesso la Procura della Repubblica di Torre Annunziata deve decidere se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.