“La guerra la decideranno le armi”, è questo il commento del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca sul conflitto in Ucraina ed ha aggiunto: “C’è un popolo massacrato ma sembra che non interessi a nessuno“.



Un De Luca in piena forma ha parlato della tragedia ucraina alternando a commenti politici e seri, momenti di puro cabaret, proprio come ormai da inizio pandemia ci ha abituato ad assistere. E così comincia con lo “sfottere” il Generale Figliuolo: “Io credo, facendo un’analisi semiseria sulla guerra in Ucraina, che ormai è scoppiata e va avanti, che l’Italia possa dare un contributo mandando all’Ucraina un consigliere militare, un generale che abbiamo disponibile con tuta mimetica e anfibi, sono sicuro che nel giro di una settimana la guerra finirebbe perché potremmo esportare in Ucraina il metodo Astrazeneca”. Ed ha aggiunto, spiegando meglio, a modo suo, e insistendo con delle frecciatine ben mirate contro il responsabile della lotta al Covid in Italia. “Ricordate – ha aggiunto – quando si pose il problema del richiamo per chi aveva fatto la prima dose di Astrazeneca si aprì un dibattito.

Se esportiamo questo metodo in Ucraina, in 48 ore lì non si capisce più niente, vedremo ceceni che sparano ai russi, statunitensi che sparano agli inglesi e Zelenski che si spara sui piedi. Vedremo cose che umani non hanno mai visto“.



Poi parlando dei rubinetti del gas chiusi da Putin e prende di mira il premier inglese Johnson: “La Russia ha chiuso il gas a Polonia e Bulgaria, credo. Avremo una riduzione del Pil sostanziale. Dobbiamo prepararci a una crisi già a fine 2022. Mi auguro che non ci siano stop alle forniture di gas in Italia. Bisogna difendere gli interessi del nostro Paese.

Dall’Italia sento dichiarazioni pubbliche oltranziste, sembra che siamo il Paese più oltranzista d’Europa. Peggio di noi c’è solo Johnson, lo squinternato presidente del Consiglio inglese che a 60 anni non ha ancora scoperto l’esistenza del barbiere“.

Poi il presidente De Luca è tornato sul Covid e sulla questione mascherine sì, mascherine no e sulla proroga dell’uso delle stesse dice: “Era il minimo mantenere la mascherina fino a metà giugno.

I dati di oggi – aggiunge De Luca – devono farci preoccupare: ogni giorno abbiamo tra i 60mila e gli 80mila positivi che sono molti di più di quelli dello scorso anno, anche se sono molti asintomatici. Il Covid lo scorso anno faceva molte più vittime, tuttavia avere ancora tanti positivi ci deve ricordare che il virus non è stato cancellato.




Un dato che deve preoccuparci è la Cina che come sempre anticipa un po’ quello che succederà nel mondo. In Cina emergono nuove varianti aggressive che possono riaccendere i focolai: dobbiamo avere prudenza e avere speranza in nuovi vaccini.

In Campania manterremo la mascherina anche dopo metà giugno, valuteremo poi la situazione a fine settembre, inizio ottobre“.

Parlando di “lavoro” e di primo maggio ha aggiunto “Ci avviamo come Regione con la stabilizzazione degli ex dipendenti Ctp, società fallita, che sono stati assorbiti da Air Campania e da Eav. Non è stata una scelta banale, faremo circa 70 prepensionamenti e i conti devono essere in ordine. Metteremo in servizio 25 autobus nuovi e investiremo 25 milioni di euro per acquistare altri 20 autobus per garantire i trasporti in provincia di Napoli Caserta“.



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