Megarissa di Pasqua a Pompei: denunciato il papà della vittima, smentito dai video

La versione dell'accaduto rilasciata dal noto commerciante di via Roma farebbe acqua da tutte le parti. Riferì di essere stato aggredito, ma la ferita alla mano se la sarebbe procurata picchiando un ragazzo del branco. Accusato di calunnia

Sos malamovida a Pompei: megarissa di Pasqua tra ragazzini, arriva la svolta nelle indagini: il papà della vittima è denunciato alla Procura dalla polizia.

Questo uno dei risvolti, non il solo, ma è di sicuro il più “intrigante” dell’inchiesta condotta dai poliziotti del commissariato di via Sacra, che stanno indagando agli ordini del vicequestore Antonella Palumbo, in merito alla rissa tra giovanissimi scoppiata la sera del 17 aprile scorso tra via Sacra e piazza Bartolo Longo. Proprio qui, circa 50 giovanissimi, con età compresa tra i 12 e i 16 anni, probabilmente in preda ai “fumi” dell’alcool e per la maggior parte provenienti da Torre Annunziata e Boscoreale, avrebbero accerchiato, insultato e infine spedito all’ospedale per un grave trauma cranico un 12enne di Pompei.



La vittima dell’ultimo agguato nella città degli Scavi è il figlio di un noto commerciante di Pompei, che una volta passato lo spavento, terminata quindi la rissa, decide di denunciare tutto alla polizia: “Ho provato a difendere mio figlio, ma sono stato accerchiato e aggredito“.

Questa, dunque, la versione fornita dal papà agli inquirenti. L’imprenditore, inoltre, aveva presentato ai poliziotti un certificato medico per “lesioni alla mano destra” giudicate guaribili in tre giorni dai medici del pronto soccorso dell’Ospedale di Castellammare di Stabia.

La sua versione, però, secondo gli inquirenti farebbe acqua da tutte le parti. A confermare l’ipotesi investigativa ci sarebbero – oltre alle testimonianze raccolte dal vicequestore e dagli agenti in servizio – pure le immagini registrate dalla videosorveglianza cittadina. Una piccola telecamera hi-tech piazzata davanti al bar “Movida”. Ironia della sorte, si tratta del locale che al momento è il più “attenzionato” di Pompei.



Le immagini registrate dalle videocamere – secondo gli inquirenti – svelerebbe in modo chiaro la presunta calunnia dell’imprenditore che per difendere suo figlio avrebbe a sua volta picchiato un ragazzo. Sarebbe stato proprio lui ad alzare le mani, provocandosi quella ferita alla mano refertata dai medici.

La mega rissa di Pasqua fu poi sedata da due poliziotti, che il giorno dopo denunciarono il principale responsabile: un 12enne di Boscoreale, residente a Flagelli, accusato adesso di resistenza.


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L’inchiesta, però, è di tutta evidenza proseguita. Tant’è vero che i poliziotti, oltre a denunciare il padre imprenditore, hanno già identificato un secondo ragazzino, classe 2010 di Boscoreale, denunciato ieri per lesioni. La rissa – questa l’ipotesi degli investigatori – sarebbe nata a seguito di presunti “messaggi provocatori” scambiati via Social: una sorta di sfida tra gruppi di ragazzini, forse troppo annoiati dal puro e semplice vivere civile e quotidiano, lanciata tramite Whatsapp. “Ci vediamo vicino alla piazza, così facciamo i conti“. Questo, infatti, il riassunto della resa dei conti, lanciata poco prima di Pasqua attraverso gli iPhone ora in mano ai dodicenni. Risse, violenze, denunce: è lo scotto da pagare a caro prezzo.

Salvatore Piro



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