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E’ partito il Giro d’Italia: favoriti e tappe del tour dello stivale

Tutto è pronto per il Giro d’Italia, edizione numero 105 dello storico torneo ciclistico, che domani prenderà il via e accompagnerà gli appassionati di ciclismo fino al 29 maggio, quando verrà fuori il nome del vincitore.

Sarà un Giro di ben 21 tappe che senza dubbio, come tutti gli altri anni, divertiranno e affascineranno nell’intrigante corsa alla maglia rosa e al “Trofeo senza fine”. Sarnno percorsi la bellezza di 3.445,6 chilometri.



Dei 218 ciclisti partecipanti i favoriti sono sicuramente Ewan e Cavendish, insidiati dal nostro Giacomo Nizzolo, che può puntare al podio. Ovviamente mai dimenticarsi di Vincenzo Nibali, che può dire la sua.

Ma ora vediamo ed analizziamo chilometro dopo chilometro tutte le 21 tappe del Giro d’Italia:

1° tappa: Budapest-Visegrad (195 km)

La corsa rosa prende il suo via in terra ungherese, dove nella capitale Budapest avrà ufficialmente inizio il Giro. Altitudine stabile, questa prima tappa verrà decisa soprattutto negli ultimi 5 chilometri. Sono due stelle di difficoltà.



2° tappa: Budapest-Budapest (cronometro individuale, 9,2 km)

La tappa più breve del Giro, ma non per questo la più semplice. Tutto verrà deciso nei primi 6/7 chilometri, per poi arrivare ad una tratta finale in cui la pendenza salirà vertiginosamente, aggiungendo così tre stelline di difficoltà alla tappa.



3° tappa: Kaposvar-Balatonfured (201 km)

Ultima tappa in Ungheria prima del primo giorno di riposo, prima tappa in cui si superano i 200 chilometri. Malgrado questo aspetto, la difficoltà è minima, una sola stellina in un tracciato in cui l’altitudine sarà stabile, con leggere salite solo poco dopo il 50° chilometro e verso l’arrivo.



4° tappa: Avola-Etna (172 km)

Tappa killer, la prima nel Bel Paese. Si parte dalla Sicilia, dove la partenza è a soli 45 metri sul livello del mare per poi arrivare ad una quota di quasi 1900 metri di altezza. Sarà una tratta di lunghezza media, ma faticosissima. Quattro stelline di difficoltà.



5° tappa: Catania-Messina (174 km)

Sicuramente più facile il quinto tracciato del giro, unica tratta più complicata una salita intorno ai 75 chilometri, che supererà abbondantemente i 1000 metri sul livello del mare, poi fino a Messina si prospetta una corsa abbastanza veloce. Sono solo due le stelline di difficoltà. I corridori rifiatano dopo la sfiancante quarta tappa.



6° tappa: Palmi-Scalea (192 km)

Due stelline di difficoltà anche per la sesta tappa, dove l’unica tratta in cui i corridori saranno costretti a rallentare è dai 34 ai 40 chilometri, dove poi, con l’arrivo a Vibo Valentia, si tornerà a pedalare a pochi metri sul livello del mare.



7° tappa: Diamante-Potenza (196 km)

Tracciato faticoso invece quello della settima tappa, con ben quattro salite, così come le stelline di difficoltà. Le prime difficoltà inizieranno a riscontrarsi sul 40° chilometro, ma le tratte davvero dure sono quelle sul Monte Sirino e sul Monte Grande di Viggiano, dove si toccheranno i 1400 metri sul livello del mare, per poi scendere gradualmente fino ai 720 di Potenza.



8° tappa: Napoli-Napoli (Procida Capitale italiana della cultura) (153 km)

L’unica tappa in Campania vedrà i corridori faticare su un percorso che nasconde molte insidie, malgrado le due stelline di difficoltà. Nessuna salita rilevante, tracciato ondeggiante ma non molto lungo.



9° tappa: Isernia-Blockhaus (189 km)

In bici sugli Appennini per la prima tappa con cinque stelline di difficoltà: salite dure ovunque, già nei primi 40 chilometri ne vengono percorse 3, per poi rifiatare un attimo fino al rush finale con i due GPM distruttivi di Passo Lanciano (quasi 1000 metri di dislivello rispetto ad Isernia) e quello di Blockhaus (1665 metri sul livello del mare), dove è fissato il traguardo. Non a caso dopo questa tappa è stato fissato il secondo giorno di riposo.



10° tappa: Pescara-Jesi (196 km)

Partenza più che soft per tutti i primi 90 chilometri, con un terreno sempre pianeggiante. Dopo i 90 si inizia con brevi salite che si spingono al massimo sui 350 metri di altitudine. Tanti saliscendi fino a Jesi. Tre stelline di difficoltà.



11° tappa: Santarcangelo di Romagna-Reggio Emilia (203 km)

La tappa più lunga e non sentirla: percorso completamente piatto, in cui il maggior dislivello è di soli 30 metri. Ottima tappa per i velocisti, l’ideale per rifiatare.



12° tappa: Parma-Genova (202 km)

Tappa interessante, con i primi 100 chilometri in graduale salita fino a sfiorare i 1000 metri di altitudine. Da non sottovalutare altri due GPM che coglieranno i ciclisti stanchi, uno al 151° chilometro, l’altro al 173°. Poi fino a Genova sarà un percorso non estremamente difficile. Sono tre stelle.



13° tappa: Sanremo-Cuneo (150 km)

Due stelline di difficoltà, l’unica tratta tosta è il vertiginoso GPM, che vedrà i corridori salire di 700 metri sul livello del mare in meno di 10 chilometri. Poi tracciato senza insidie fino a Cuneo, dove chi ha staccato in salita ha l’occasione di allungare.



14° tappa: Santena-Torino (147 km)

Meno di 150 chilometri, ma tappa complicata, con quattro stelline di difficoltà. Tracciato composto interamente da salite e discese, è il primo di una serie di tappe alpine dove le gambe dei corridori peseranno ancora di più.



15° tappa: Rivarolo Canavese-Cogne (178 km)

Quattro stelle per un altro percorso duro. Nei primi 90 chilometri i ciclisti già cominceranno ad assaporare il gusto della salita, fino a quando nell’arco di 80 chilometri si succederanno 3 GPM a dir poco massacranti, che toccheranno i 1500 metri di altitudine.



16° tappa: Salò-Aprica (202 km)

Dopo il terzo e ultimo giorno di riposo è ancora più difficile la Salò-Aprica, nella quale ad altri 3 GPM struggenti si aggiungerà anche una lunghezza di ben 202 chilometri. Prima delle tre salite che per poco non arriva a 2000 metri di altitudine, si scende di poco sulle altre due, in cui troviamo anche un altro GPM sicuramente meno duro. Sarà una tappa mostruosa da cinque stelle.



17° tappa: Ponte di Legno-Lavarone (168 km)

Si parte ad un’altitudine non indifferente, graduale discesa fino a metà tappa, dove c’è una prima salita, che fa da antipasto ai GPM ancora più pesanti del Passo del Vetriolo e del Menador. Quattro stelle di difficoltà.



18° tappa: Borgo Valsugana-Treviso (151 km)

Una sola stella di difficoltà per un tracciato che sembra la quiete dopo la tempesta di quattro tappe ricche di GPM e fatica. Salite moderate, l’ultima quarantina di chilometri in lieve discesa verso Treviso sarà sicuramente quella in cui ci sarà lo strappo finale per la vittoria della tappa.



19° tappa: Marano Lagunare-Santuario di Castelmonte (177 km)

Altra tappa difficile, con quattro stelle che passa in parte anche per la Slovenia. Diversi GPM caratterizzano il tracciato, tra cui quello del Kolovrat (ben sopra i 1000 metri di altitudine), dove si varcheranno i confini sloveni per tornare in territorio italiano fino a Santuario di Castelmonte.



20° tappa: Belluno-Marmolada (167 km)

Penultima tappa, e, nonostante siano allo stremo, i corridori devono usare le loro ultime energie su un altro tracciato da cinque stelline di difficoltà. Da Belluno si sale fino a superare abbondantemente i 2000 metri sul livello del mare, poi una leggera discesa accompagnerà i ciclisti fino alla Marmolada.



21° tappa: Verona-Verona (cronometro individuale, 17,4 km)

Si chiude il Giro con la seconda crono da tre stelle di difficoltà. Nel bel mezzo della gara una salita di quasi 400 metri di altitudine sarà l’unica difficoltà, per il resto i ciclisti avranno vita facile nell’arrivare all’Arena di Verona, dove si concluderà la Corsa Rosa. Chi vincerà quest’anno il Giro d’Italia?

Giuseppe Garofalo



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