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La cocaina del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia arriva dal Brasile, grazie a contatti allacciati dai ras stabiesi direttamente con i narcos sudamericani. E’ questa l’ipotesi investigativa della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, impegnata a ricostruire tutti gli affari illeciti (e quindi i movimenti di denaro) della cosca egemone a Castellammare. I dettagli sono emersi nell’ambito dell’inchiesta Cerbero, che ha portato all’emissione di 25 avvisi di garanzia per presunti capi e gregari del clan.

Castellammare: il ponte diretto con il Brasile

In particolare, sarebbe stato il ras Rossano Apicella ad aprire un ponte diretto con il Brasile, il quale avrebbe assunto il compito di fornire la cocaina al clan. Fungendo così da intermediario con i narcos. Una volta arrivati i carichi di cocaina dal Sudamerica poi, la droga veniva smistata ai capi delle piazze di spaccio, per la vendita al dettaglio. Un dettaglio di notevole importanza, quello emerso dalle indagini dell’Antimafia condotte anche grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Tutte le piazze di spaccio sotto controllo

Un particolare che testimonia come, con il trascorrere degli anni, i D’Alessandro abbiano acquistato sempre più potenza, scalando molte posizioni nella gerarchia dei clan camorristici della provincia di Napoli e di tutta la regione Campania. Secondo gli inquirenti tutte le piazze di spaccio di Castellammare si devono rifornire proprio da Scanzano. E chi proverebbe a smarcarsi, acquistando altrove la droga, finisce per fare i conti con i vertici dell’organizzazione criminale.

L’alleanza con il clan Di Martino dei Lattari

Dalle ultime indagini, inoltre, verrebbe confermato anche il patto di alleanza con i Di Martino (attivi a Gragnano e nei comuni dei monti Lattari) soprattutto in merito alla fornitura di marijuana prodotta in loco. Non a caso, negli anni passati (i controlli cominceranno anche quest’anno con l’inizio dell’estate) le forze dell’ordine hanno sequestrato ingenti quantitativi di canapa indiana tra i sentieri del monte Faito e tra i comuni di Casola di Napoli e Lettere.

Marijuana e cocaina a Castellammare

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sia la cocaina proveniente dal Brasile che la marijuana prodotta a chilometri zero sarebbero vendute in tutte le piazze di spaccio di Castellammare. Sarebbero almeno 15 invece le persone impegnate a procurarsi lo stupefacente, tutti con ruoli diversi a gestire il giro. Nella città stabiese, inoltre, ci sarebbe un vero e proprio esercito di pusher, al soldo e al servizio dei clan, per portare a termine l’attività di spaccio. Il tutto, per un business (quello legato esclusivamente alla droga) che raggiungerebbe cifre da capogiro. Secondo le ultime stime fatte dagli inquirenti, infatti, l’attività illecita della droga porterebbe nelle casse del clan di Scanzano circa 10 milioni di euro all’anno. Una cifra che è stata svelata dai pentiti durante i verbali resi ai magistrati dell’Antimafia napoletana.

GLI APPROFONDIMENTI SULL’INCHIESTA

Camorra sotto scacco: 35 indagati nell’inchiesta “Cerbero” (TUTTI I NOMI)

Materiale elettorale per Scanzano nel 2013: l’incontro tra l’affiliato e l’esponente del Pd

Castellammare, De Siano (Fi): “Patto clan-Pd? Pronta interrogazione al Ministro”

Castellammare, Nappi (Lega): “Santini del Pd al clan, nessuno ha la patente della legalità”

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