All’indomani del rimpasto di giunta è stato sfiduciato da nove dei suoi consiglieri il sindaco di Cercola, Vincenzo Fiengo, che si apprestava a guidare la cittadina alle porte del Vesuvio per l’ultimo anno del suo secondo mandato. Si chiude così, dopo 9 anni, con un atto di sfiducia firmato presso un notaio di Volla, la lunga parentesi amministrativa di Fiengo che ha salutato via social i suoi concittadini con un post.
”È stato un lungo meraviglioso viaggio”. Così esordisce l’ex sindaco di Cercola, che aggiunge: “Nove consiglieri hanno firmato la sfiducia decretando la fine della mia amministrazione con tutte le conseguenze che comporterà l’immobilismo di un commissariamento”. Certamente a pagarne il conto, come accade sempre in questi casi, sarà proprio Cercola, anche se a voler dare un giudizio all’amministrazione Fiengo, non si può dire che sia brillata per “dinamicità”.
Nel suo posta Vincenzo Fiengo aggiunge: “Nove anni che porterò sempre nel cuore. Ho scelto la libertà e la mia storia al “ricatto politico.” Continuerò a stare sempre dalla parte dei cittadini, e continuerò nel mio impegno politico per la città che ho sempre amato. Potrete sempre contare su di me. Immensamente grazie è stato un onore indossare questa fascia e rappresentarvi. Grazie Cercola”.
Di tutt’altro avviso l’ex sindaco Pasquale Tammaro che da attento osservatore dei fatti della politica cercolese non lesina critiche e attacchi a Fiengo: “Elencasse in quasi dieci anni di amministrazione quali sono gli obiettivi che ha raggiunto, cosa a fatto per la nostra città. Altro che immobilismo di un commissariamento. Il suo è stato un immobilismo lungo 9 anni”.
Ma il duro attacco che “il dottore” porta all’odierno ex primo cittadino continua e scende nei particolari: “Un disastro lungo nove anni: 1) Ha sfasciato un comune. Il personale migliore ha chiesto ed ottenuto di andare via. È rimasta sola la segretaria a legittimare atti vergognosi. Chiederò al nuovo commissario anche il suo allontanamento; 2) Disavanzo di oltre 3milioni e mezzo di euro che erediteremo e dovremo estinguere in quindici anni; 3) Servizi quali trasporto scolastico, mensa scolastica, biblioteca comunale inesistenti; 4) Concorsopoli; 5) Gestione di tutte le strutture sportive data a privati a prezzi irrisori; 6) Territorio stravolto con concessioni per strutture commerciali private irregolari e senza alcun controllo; e infine, almeno tra le colpe più marcate di questo sindaco sfiduciato, le tariffe tari più alte di tutta la Campania”.
La squadra dei nove firmatari si è così composta: Domenico Busiello, Santolo Esposito, Antonio Forte, Giuseppe Romano e Luigi Sorrentino, che sino a ieri erano uomini di maggioranza che hanno voltato le spalle al sindaco. Ad affiancare questi cinque i quattro di opposizione: Giorgio Esposito, Pasquale Esposito, Biagio Rossi, Angelo Visone.
Ora purtroppo per Cercola e tutti i suoi cittadini, la città dovrà attendere la prossima finestra elettorale, dopo questa imminente di giugno, a cui non potrà per ovvi motivi, per riavere una guida politica, ma già sembra essere partita quella che si preannuncia una lunga campagna elettorale, forse partita già prima della sfiducia all’amministrazione decretata ieri.