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Disastro rifiuti a Pompei, il Comune rischia il salasso in tribunale

I giudici di Torre Annunziata hanno ordinato all’amministrazione del sindaco Carmine Lo Sapio di pagare circa 345mila euro più interessi moratori a favore della “Igiene Urbana” srl: la ditta abatese con 56 dipendenti che ha svolto, in favore del Comune di Pompei, il servizio di raccolta integrata dei rifiuti urbani dal 28 dicembre 2006 al 31 luglio 2014 dopo essersi aggiudicata un ricco appalto da circa due milioni e 700mila euro l’anno.

La querelle giudiziaria con la ditta di Sant’Antonio Abate, che a Pompei gestiva il servizio di ritiro dei rifiuti, è roba vecchia. Ora, però, il tribunale sembra aver impresso una prima svolta all’antica “partita” giocata ancora oggi a suon di carte bollate e di ricorsi.



Proprio l’ultimo ricorso presentato il 9 maggio scorso ai giudici dagli avvocati della Srl è stato già accolto dal tribunale, che ha per questo emesso un decreto ingiuntivo i cui effetti potrebbero avere gravi ripercussioni sulle casse e le finanze pubbliche a Palazzo De Fusco. L’amministrazione comunale – secondo quanto recentemente denunciato in aula dai legali della “Igiene Urbana” – non ha infatti rispettato tutti i termini di un cospicuo accordo transattivo da oltre due milioni di euro approvato nel 2019 dalla vecchia giunta comunale. Allora, il sindaco era l’ex Pd Pietro Amitrano.

L’attuale primo cittadino di Pompei, sempre all’epoca, sedeva invece tra i banchi del consiglio comunale. La ricca transazione, chiusa per presunti crediti vantati dalla ditta dei rifiuti nei confronti dell’Ente mariano, prevedeva il versamento di tre rate: 541.520 euro da versare nel 2019. E ancora 693.471 euro da saldare entro il 30 giugno 2020. Fin qui, nulla questio.




Il Comune è infatti in regola con il saldo delle prime rate. La querelle giudiziaria si è però improvvisamente riaperta l’anno scorso, quando l’amministrazione tuttora in carica non ha rispettato la scadenza del 30 giugno 2021: data entro la quale – secondo i termini dell’accordo sottoscritto in precedenza – occorreva sborsare alla vecchia ditta per la raccolta dei rifiuti circa 345mila euro. Si tratta in pratica della penultima tranche da saldare per cancellare il debito. Da qui, dunque, gli avvocati dell’azienda hanno fatto ricorso ai giudici.

Il Comune di Pompei, ora, proverà a difendersi in tribunale. L’amministrazione comunale si è già opposta al decreto ingiuntivo. La difesa dell’Ente punterà a dimostrare in aula che “il mancato pagamento dell’ultima tranche di quanto previsto dall’atto transattivo è dipeso” da un presunto “inadempimento degli obblighi assunti da controparte”. Quali? Una in particolare. L’accordo del 2019 prevedeva che le somme incassate dalla ditta venissero “utilizzate in via prioritaria per la regolarizzazione della posizione previdenziale (PREVIAMBIENTE ndr) degli ex propri dipendenti addetti al servizio”. Circostanza, quest’ultima, che non sarebbe avvenuta entro il termine di un mese dall’avvenuta “ricezione” dell’ultimo bonifico. La battaglia legale prosegue dunque in aula. La palla, ora, passa direttamente ai giudici.

Salvatore Piro



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