Salvatore Belviso beneficia degli arresti domiciliari: l’ex killer del clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, oggi collaboratore di giustizia, finirà di scontare in una località segreta la condanna per l’omicidio del consigliere comunale del Pd, Gino Tommasino, avvenuto nel 2009 al viale Europa. Belviso è stato condannato a 16 anni per il delitto di Aldo Vuolo e a 18 per quello di Tommasino. Il suo nome è sul taccuino dell’Antimafia, poiché imputato in alcuni casi di estorsione, armi e associazione a delinquere in altri processi.



Castellammare: Salvatore Belviso ai domiciliari in località segreta

La decisione di assegnare Belviso ai domiciliari, in una località segreta, è stata presa dai magistrati proprio in virtù del suo status di pentito, avviato nel 2011. Le sue dichiarazioni hanno fatto luce su uno dei periodi più bui della storia stabiese, su numerosi fatti estorsivi ai danni di imprenditori del territorio, sul rapporto camorra – politica e sugli omicidi di camorra tuttora ancora irrisolti. Proprio le dichiarazioni di Belviso hanno consentito ai magistrati dell’Antimafia di far luce su alcuni delitti commessi a Castellammare nel periodo compreso tra il 2006 e il 2009, oltre a scoprire i nuovi affari illeciti della cosca del rione Scanzano.



Una lunga serie di scarcerazioni eccellenti

Nella città stabiese le forze dell’ordine monitorano costantemente le novità criminali, dovute alle numerose scarcerazioni eccellenti, che potrebbero cambiare gli equilibri tra i clan locali. Sono stati infatti già scarcerati Vincenzo D’Alessandro e Paolo Carolei, ritenuti al vertice della cosca egemone di Scanzano. Oltre a Raffaele Di Somma (alias o’ninnillo), storico ras del rione Santa Caterina. E a Michele Onorato (o ‘pimontese), padre di Silverio, arrestato in quanto membro del cosiddetto “terzo sistema” del rione Savorito, insieme a Raffaele Polito.

In ordine di tempo l’ultimo a lasciare il carcere è stato Antonio Inserra (alias ‘o guerriero) in regime di 41 – bis da oltre 10 anni, per l’accusa di associazione di stampo mafioso. La Corte di Cassazione ha infatti accolto un ricorso presentato dall’avvocato Massimo Autieri, che è valso al pluripregiudicato stabiese uno sconto di pena di due anni. E così ‘o guerriero ha potuto lasciare il carcere, anche se dovrà trascorrere i prossimi 24 mesi in una casa lavoro, fuori la regione Campania.



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