In un modo o nell’altro la quasi totalità delle persone, poco importa il sesso o l’età anagrafica, ha giocato almeno una volta nella vita ad un videogioco. Magari per passione, per ingannare il tempo oppure tanto per provare, ma rimane il fatto che ci ha giocato.
Se fino a pochi anni fa questo settore veniva “discriminato” poiché lo si riteneva poco più di un passatempo sedentario per ragazzini pigri, al giorno d’oggi i videogiochi rappresentano una fetta più che considerevole della cultura pop ed anche dell’economia visto che è un settore in costante crescita in grado di generare incassi da record.
La “strategia” del videogioco viene poi utilizzata anche in ambito aziendale grazie alla cosiddetta “gamification” che, secondo il dizionario online Treccani, significa“utilizzo di meccanismi tipici del gioco e, in particolare, del videogioco (punti, livelli, premi, beni virtuali, classifiche), per rendere gli utenti o i potenziali clienti partecipi delle attività di un sito e interessarli ai servizi offerti”.
Oltre a questo va ricordato che i videogiochi, o forse è meglio dire la loro “variante” più competitiva cioè gli eSports, sono diventati anche uno dei settori dove scommettere. I giocatori d’azzardo, infatti, oltre alle scommesse ippiche o calcistiche, da qualche mese, possono addirittura fare la loro puntata su chi vincerà il torneo di FIFA o simili!
Parole di supporto, soprattutto per chi ancora non vede di buon occhio gli eSports, provengono inoltre da un grande, in tutti i sensi, giocatore di basket come il mitico Shaquille O’Neal. Di recente il buon Shaq si è confrontato con Jake Lucy, di Full Squad Gaming, dicendo che “la parola atleta ha diverse sfumature e non è facile avere la testa per farlo. In passato ho avuto qualche occasione di giocare e vi assicuro che è stata una delle cose più difficili della mia vita. Quindi si, senza dubbio voi siete da considerare degli atleti, io non riesco a essere lontanamente come voi”.
Inoltre ha aggiunto che “solo il 15% della partita dipende dal fisico, tutto il resto viene dalla testa. Se voi ragazzi vi definite atleti vi credo, perché non sono in grado di fare quel che fate voi”. E se lo dice anche il mitico Shaq, allora, forse è proprio giunta l’ora di dargli ascolto!
Il mondo degli eSports ha anche modificato pesantemente il concetto stesso di intrattenimento poiché, visto che la maggior parte dei match con tanto di telecronaca si possono vedere direttamente su Twitch oppure su YouTube, si sono andate a creare delle figure come gli streamer assieme ai videogiocatori professionisti.
Delle nuove figure professionali che, detta in maniera terra terra, si “guadagnano da vivere con i videogiochi” andando a commentare gli incontri, recensire i titoli vecchi e nuovi, informando su tutte le tematiche inerenti, mostrando dei gameplay esclusivi e così via.
Davvero niente male per un mondo che, fino solo a qualche anno fa, era visto come un qualcosa per bambini e per svogliati non siete d’accordo anche voi? Per i più “reticenti” consigliamo inoltre di dare uno sguardo all’ammontare dei premi e delle sponsorizzazioni per questi nuovi atleti!