Sempre più guai per l’ex dirigente del Comune di Torre Annunziata, Nunzio Ariano. Tra ieri e oggi il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni per 536.382,72 euro emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica, proprio nei confronti dell’ex dirigente dell’UTC, della moglie e dei tre figli.

Dopo le vicende di corruzione, che hanno sconvolto il comune Oplontino e coinvolto l’ex dirigente, per una delle quali Ariano è stato già condannato in primo grado per “induzione indebita a dare e promettere utilità”, oggi i finanzieri hanno appurato un’altra verità emersa a seguito di accertamenti patrimoniali al fine di verificare  una sproporzione delle disponibilità finanziarie, mobiliari e immobiliari dell’indagato, rispetto ai redditi dichiarati.

Dall’esame dei negozi giuridici stipulati, degli acquisti effettuati e delle movimentazioni dei conti correnti, sui quali risultano numerosi versamenti in contanti apparentemente privi di giustificazione, è emersa una sproporzione per un totale di  155.382,72 euro.

Inoltre, dalle indagini è emerso che Ariano Nunzio, mentre era detenuto in carcere, ha effettuato, mediante procura speciale conferita alla moglie, alcuni movimenti anomali sul proprio patrimonio mobiliare, di fatto spogliandosene. In particolare, l’ex dirigente pubblico ha smobilizzato fondi per centinaia di migliaia di euro, detenuti in polizze per diversi anni, trasferendo le provviste così costituite, pari a 381mila euro, ai tre figli.

Sulla base del compendio indiziario acquisito, le operazioni dispositive del patrimonio, effettuate da Nunzio Ariano a favore dei propri figli, sono state considerate finalizzate ad eludere eventuali sequestri disposti dall’Autorità giudiziaria.

E allora, su richiesta della Procura, il GIP ha disposto il sequestro preventivo diretto dei 381mila euro, in quanto profitto del reato di cui ali’art. 512 bis del Codice Penale, suscettibile di confisca ai sensi dell’art. 240 dello stesso codice, ricorrendo altresì il pericolo che, nelle more, “i figli di Ariano Nunzio possano compiere operazioni atte a reimpiegare la suddetta somma di denaro, aggravando le conseguenze del reato”.

Inoltre, essendo l’Ariano già stato condannato per il delitto di cui all’art. 319 quater c.p. ed attualmente imputato per il delitto di cui all’art. 319 c.p. nonché indagato per il delitto di cui all’art. 512 bis c.p., il GIP ha disposto il sequestro, diretto e per equivalente, della somma di euro 155.382,72, che, risultando sproporzionata rispetto al reddito di Ariano e ingiustificata quanto alla sua provenienza, è stata ritenuta suscettibile di confisca obbligatoria ai sensi dell’art. 240 bis c.p..

Nel corso dell’esecuzione del provvedimento ablatorio sono state rinvenute e sequestrate disponibilità finanziarie (fondi di investimento, titoli e disponibilità su conti correnti) per un totale di circa 403.000 euro.

La differenza, rispetto all’importo totale del provvedimento di sequestro, suscettibile di confisca per equivalente, è stata assicurata mediante il sequestro e la conseguente trascrizione nei registri immobiliari, sino alla concorrenza della somma di circa 133mila euro, di un immobile di proprietà degli indagati.

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