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La signorina Filomena che “riceveva” nonostante le bombe: la scoperta a Napoli

«La signorina Filomena riceve anche in questo ricovero». Poche, semplici parole che raccontano una storia incredibile, fatta di guerra, di bombe, di paura, ma anche di bisogno d’amore e spirito di sopravvivenza.

Da quasi ottant’anni il ventre di Napoli nasconde un piccolo grande segreto, tornato “alla luce” grazie a Michele Quaranta e Clemente Esposito, padri della speleologia urbana, che hanno scoperto e raccontato la singolare storia di Filomena. I due studiosi, scesi ad una ventina di metri al di sotto di piazzetta Augusteo, hanno seguito una freccia, incisa sui muri accanto al nome “Filomena”, poi un’altra freccia ed un’altra ancora, che li ha condotti direttamente nell’anfratto in cui, durante la Seconda Guerra Mondiale, la napoletana Filomena esercitava il mestiere più antico del mondo, nonostante le bombe, gli allarmi, le sirene e le fughe nei ricoveri.

Nel labirinto sotterraneo che si snoda tra via Toledo ed i Quartieri Spagnoli, è stata trovata una piccola grotta, preceduta da un’area più grande, che fungeva da sala d’attesa, delimitata da sedili in pietra addossati alla roccia. Resti di legno marcio fanno supporre la presenza di un letto, utilizzato per gli incontri segreti.

A dispetto di tutto, resta difficile intravedere squallore o desolazione, paradossalmente la storia di Filomena sembra quasi strappare un sorriso a chi la ascolta. E’ il periodo della guerra, della miseria, del “si salvi chi può”.

Come si scorgevano messaggi d’amore incisi sulle pareti degli edifici vicini al lupanare dell’antica Pompei, così nei pressi della grotta di Filomena si leggono messaggi, fatti di parole amorose e toni struggenti, «il vostro volto resterà per sempre impresso nei miei occhi», «signorina, il vostro mistero riempirà per sempre il mio cuore».
Attualmente l’accesso al ricovero non è consentito, ma è previsto un progetto per rendere visitabile “l’Alcova della Signorina Filomena“, che a sorpresa ci racconta la storia di un mondo, che risponde all’odio scatenato da una guerra con il disperato bisogno di sopravvivenza e d’amore di un popolo coraggioso e sfrontato.

Agnese Serrapica

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