“Guardo con interesse a quello che sta succedendo nello scenario politico in queste ultime ore. Se ci sono componenti politiche che vivono un processo di maturazione, che escono dall’infantilismo, dalla demagogia, in qualche caso da posizioni di vera e propria stupidità, credo sia un bene per il Paese”. Questa la prima dichiarazione del governatore campano Vincenzo De Luca relativamente a quello che sta accadendo nei Cinquestelle, con la scissione del gruppo di “Insieme per il Futuro” capeggiato dal ministro Luigi Di Maio.
“Io rimango convinto della necessità di avviare un programma costituente per una grande unica forza politica riformatrice nel nostro Paese. Questo dovrebbe essere l’obiettivo”. Così il governatore campano che ha aggiunto: “Ho scritto qualcosa in queste settimane tentando di offrire una piattaforma programmatica che potrebbe essere la base per la discussione per un processo costituente. Possiamo governare l’Italia avendo questo pollaio politico? Nell’area progressista vi sono una decina di forze, questo è ridicolo”.
Luigi Di Maio, quindi, identificato dal presidente della Regione come un possibile interlocutore per un progetto comune. “Per le dichiarazioni che ha fatto credo proprio di sì. Se parla di concretezza, di rifiuto della demagogia, se ricorda a me che uno non vale uno, io che c’ero arrivato dieci anni fa per la verità, forse ci poteva arrivare un po’ prima, ma meglio tardi che mai, dico di sì”.
Dopo queste affermazioni, sia pure sempre con l’inevitabile vena di sarcasmo che da sempre caratterizzano le analisi politiche di Vincenzo De Luca, oggi appaiono tanto lontani i giorni in cui era quotidiana, pesante e aspra la critica contro lo scissionista 5 stelle Di Maio.
“È del tutto evidente – ha sottolineato poi ancora sottolineato De Luca – che queste componenti rispondono più a esigenze di ceto politico che a esigenze dell’Italia. L’Italia ha bisogno di un grande soggetto politico che abbia una base programmatica chiara, solida. Da questo punto di vista, se c’è un’innovazione anche nell’ambito dei Cinque Stelle, se c’è un processo di maturazione politica, credo che debba essere guardato con grande rispetto e anche con grande interesse. L’importante è entrare nel merito dei problemi e chiarire i programmi, senza ambiguità”.
Intanto con lo strappo grillino la Lega di Matteo Salvini diventa la formazione politica che conta più parlamentari. Ad oggi il partito fondato da Beppe Grillo conta 165 parlamentari, fra 104 deputati e 61 senatori. In pratica una trentina in meno della Lega che conta 193 parlamentari, di cui 132 deputati e 61 senatori.
In ogni caso la compagine di governo dovrebbe riuscire ad arrivare alla fine della legislatura nel 2023. E su questo argomento è netto il giudizio del governatore: “Sono fra quelli che credono che il governo non cadrà”.
Del resto anche qualora il Movimento decidesse di sfilarsi per non restare al Governo con il “traditore” Di Maio, la maggioranza potrebbe continuare comunque la propria corsa.
Infine, alla domanda su se le vicine elezioni possano essere un ostacolo al progetto di un’area riformista, De Luca ha dichiarato: “In genere è un problema, in vista della campagna elettorale ognuno cerca di rimarcare le proprie differenze rispetto agli altri per guadagnare più voti, ma penso che prima o poi dovremo arrivare a fare questa scelta, una grande forza riformista seria con un programma di base fondamentale e anche, se possibile, una grande forza moderata, chiaramente europea ed europeista che possa dare vita a una dialettica corretta da Paese moderno. Così l’Italia non può reggere sicuramente”.