Non erano gonfi d’acqua i piccoli polmoni di Francesco, il bimbo di 2 anni e mezzo, morto apparentemente nel mare di Torre del Greco, in località La Scala a ridosso dell’area portuale della città corallina.
La perizia del consulente della Procura di Torre Annunziata esclude dunque la morte per annegamento e sottolinea, anzi, il bimbo sarebbe morto per “soffocamento attraverso l’occlusione di naso e bocca”. Il perito avrebbe inoltre rintracciato nel corso dell’esame autoptico filamenti di cellulosa vegetale, compatibili con quelle rilasciate ad esempio da un fazzoletto di carta, proprio nei bronchi del bambino.
La conclusione del perito complicherebbe la posizione della madre di Francesco, Adalgisa Gamba, che quindi avrebbe prima ucciso il piccolo e poi sarebbe scesa in acqua con il figlio.
Ma non è così semplice. Nella stessa perizia si sottolinea comunque che non ci sarebbero segni di violenza esterna sul naso e sulla bocca del bimbo, segni sempre riscontrati in casi precedenti, in pratica quando si tappa il naso e la bocca di una vittima per soffocarla.
Si aggiungono quindi ulteriori elementi su quanto accaduto il 2 gennaio scorso a Torre del Greco, su quella spiaggia dove numerosi testimoni avevano visto la donna e il bimbo in mare.
Da oltre sei mesi la 41enne Adalgisa Gamba è detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli con l’accusa di avere assassinato il figlio e comunque oggi vede complicarsi la sua posizione. Dovrà ulteriormente spiegare i dettagli su quel terribile evento ai magistrati.
“Omicidio volontario”: questa l’accusa per la mamma del bimbo annegato a Torre del Greco
L’avvocato Salvatore Del Giudice Grossi, che ha già chiesto, ma non ottenuto la scarcerazione della donna, ha affermato: “I risultati dell’esame autoptico gettano delle ombre sulle responsabilità di Adalgisa sull’orribile morte del figlio”. La donna sin dal principio ha sempre negato di aver ucciso il figlio. “E’ inciampato all’indietro ed è caduto in mare, a testa in giù”. Questo suo racconto dei fatti non ha mai convinto nessuno. Anzi, il chiaro stato confusionale della 41enne è apparso come un indizio a carico della sua responsabilità nella morte del figlio, nell’incomprensibile omicidio. Oggi i primi esiti dell’autopsia dicono tutt’altro e soprattutto sono in contrasto con l’accusa di omicidio volontario.
Il marito della donna, da subito, la ha accusata di avere progettato l’omicidio di Francesco, ucciso perché convinta che il piccolo fosse affetto da autismo nonostante non vi fosse alcuna conferma in tal senso dal punto di vista medico. L’uomo avrebbe anche urlato alla donna “Sei pazza, hai ucciso mio figlio, avresti dovuto ammazzarti tu”.
“Voglio sottolineare – ha precisato l’avvocato Del Giudice Grossi – che Adalgisa non ha mai confessato l’omicidio e anche che è completamente errata l’interpretazione dei messaggi in chat i quali evidenzierebbero l’odio che la madre nutriva per il piccolo”.
Inoltre Francesco è rimasto in acqua per pochissimo tempo e non ore, come si era ipotizzato in un primo momento.
“Ulteriori perizie sono state affidate dalla Procura di Torre Annunziata al Ris”, fa sapere sempre l’avvocato della donna, il quale ha già fatto appello al Riesame.
“Ci sono diversi punti oscuri, in questa triste vicenda: ritengo ci siano diversi scenari alternativi da vagliare, rispetto a quello inizialmente ipotizzato dalla Procura”.
Nei giorni scorsi, come riportano alcuni organi di stampa, Adalgisa Gamba avrebbe tentato il suicidio nel carcere di Pozzuoli ed è sorvegliata a vista per evitare che compia altri gesti estremi.