baby pusher castellammare

Baby pusher a 12 anni a Castellammare di Stabia. Il clan D’Alessandro arruola anche minorenni per “svezzarli” alle attività criminali. E’ quanto emerge dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che mira a scoprire tutti i segreti della cosca scanzanese, egemone a Castellammare. E quello che emerge è uno spaccato di una malavita sempre più fatta da nuove leve. Addirittura, in alcuni casi, minorenni già avviati sulla strada dell’illecito.

Castellammare, l’inchiesta dell’Antimafia: baby pusher già a 12 anni

Lo dicono le carte investigative dell’ultima inchiesta dell’Antimafia, che vede indagate 32 persone. Tra queste, capi e gregari del clan che da decenni domina su Castellammare, accusati a vario titolo di spaccio di stupefacenti, estorsioni e associazione mafiosa. Un’indagine che rappresenta l’ennesimo ritratto dell’egemonia criminale dei D’Alessandro. I fari sono puntati su un ragazzino di appena 12 anni, un cosiddetto baby pusher legato da vincoli di parentela stretti con una figura apicale del clan di Castellammare, che trasporta la marijuana appena acquistata dagli scanzanesi dai loro alleati dei Monti Lattari.

Marijuana che sarà poi distribuita sulle piazze di spaccio di Castellammare, per la vendita al dettaglio gestita (in cambio di una quota mensile) dai sottogruppi criminali attivi in città. Purtroppo la camorra, anche nell’area stabiese, sembra utilizzare spesso minorenni per anche per il trasporto o la custodia delle armi, oltre che molte altre attività illecite. La cosa è dimostrata da diverse indagini. E’ tutto agli atti. E non è difficile capire perché: le conseguenze giudiziarie per un minorenne sono di minor peso, quindi la malavita preferisce affidare ai ragazzini molti “compiti” rischiosi.

Tessuto sociale a rischio

E non è un caso, sempre secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, che appena poche settimane fa, in villa comunale, un 19enne legato ad una famiglia molto influente nello scacchiere criminale stabiese abbia chiesto il pizzo a due suoi coetanei. Il pizzo su una rapina da 1000 euro, messa a segno in villa comunale ai danni di due giovani provenienti dal Salernitano. L’inchiesta Olimpo, invece, aveva già accertato che alcuni 15enni sarebbero stati avviati alla riscossione del pizzo, chiesto ad imprenditori e commercianti di Castellammare. Storie che testimoniano, ancora una volta, come l’influenza della camorra sul tessuto sociale cittadino sia molto elevata. Una città che, da decenni secondo le ultime risultanze investigative, sarebbe sotto il giogo della camorra.

GLI APPROFONDIMENTI SULL’INCHIESTA

Camorra sotto scacco: 35 indagati nell’inchiesta “Cerbero” (TUTTI I NOMI)

Materiale elettorale per Scanzano nel 2013: l’incontro tra l’affiliato e l’esponente del Pd

Castellammare, De Siano (Fi): “Patto clan-Pd? Pronta interrogazione al Ministro”

Castellammare, Nappi (Lega): “Santini del Pd al clan, nessuno ha la patente della legalità”

Castellammare, inchiesta “Cerbero”: il boss parlò con l’ex capogruppo Pd dell’appalto rifiuti

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