Dopo la pausa dovuta ai due anni di pandemia Covid, torna con la sua terza edizione da domenica 3 luglio a mercoledì 6, la kermesse ideata e realizzata dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, con il suo Presidente Antonio Pace, il Vice Massimo Di Porzio e tutto il direttivo, “Olimpiadi Vera Pizza Napoletana” che vedrà impegnati 300 partecipanti giunti da 30 paesi del mondo. Queste Olimpiadi patrocinate anche dalla Regione Campania e Fondazione Univerde, hanno un alto valore simbolico perché perseguono gli intendimenti che, con l’associazione da lui diretta, Pace vuole e sta realizzando nel mondo intero, quello di fare conoscere, apprezzare e desiderare di gustare la Vera pizza napoletana, senza possibilità a chi desidera farlo di trovarsi una pizza definita napoletana, ma che non ha niente di vero di quelli che sono i dettami per poterla garantire tale. La giornata da tutti tanto attesa, perché il simbolo del fuoco dei giochi olimpici affascina un po’ tutti, è stata programmata per lunedì 4 luglio, alle ore 10:30 con l’accensione della fiamma Olimpica. Al fatidico momento del dar fuoco alla fiaccola Olimpica della pizza, seguirà lo scoprimento dell’Opera celebrativa della Vera Pizza Napoletana e dell’Arte del Pizzaiuolo Napoletano, patrimonio immateriale dell’Umanità, realizzata dal Maestro Lello Esposito. L’intero programma delle Olimpiadi parte però già da domenica 3 luglio quando alle ore 15:00 per la categoria Amatori, i pizzaioli veraci prenderanno confidenza con la competizione attraverso la preparazione degli impasti per poi continuare nella mattinata del lunedì.
Alle ore 15:00 del primo giorno della settimana, prenderanno il via le competizioni Olimpiche ed i pizzaioli della categoria Professionisti si cimenteranno nella creazione degli impasti per le discipline Vera Pizza Napoletana, Mastunicola, Pizza Fritta, Calzone Napoletano. Seguirà l’intensa giornata di martedì 5 con i Professionisti pizzaioli che dopo eliminatorie per accedere alla finalissima delle “Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana” svoltesi nei propri paesi, giungeranno a Napoli per scendere in campo, alle ore 10:00, ed essere valutati da una competente giuria, sulla perfetta conoscenza del disciplinare internazionale che regola l’elaborazione della Vera Pizza Napoletana, la pizza Fritta e la Mastunicola. Sarà poi la volta dalle ore 13:30 per i professionisti che si esibiranno nella disciplina del Calzone Napoletano, per poi dalle ore 16:00, poter assistere alla conclusione degli olimpionici pizzaioli professionisti, con la preparazione degli impasti per la disciplina “Per Gourmet”.
La giornata finale di mercoledì 6, prevede alle ore 10:00, l’esibizione dei Professionisti che concorreranno per essere valutati nella loro competenza in merito alla creazione di pizze per la disciplina “Per Gourmet”. Il grande evento delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana, fortemente voluto dal presidente dell’AVPN Antonio Pace, si concluderà in serata con una cena di gala denominata “Pizza con le Stelle”, nel corso della quale avverranno le premiazioni finali per ciascuna categoria dove si sono cimentati i pizzaioli olimpionici delle 30 nazioni partecipanti alle gare.
Spiccatamente felice, simpatica ed elegante è la proposta provocatoria lanciata dal presidente Pace a Flavio Briatore, invitandolo, in merito al tanto clamore suscitato dal noto imprenditore piemontese sulla possibilità di produrre una pizza ad un prezzo da lui giudicato eccessivamente basso, a venire a Napoli per un «confronto sereno e amichevole», assistere alle Olimpiadi della pizza e magari dare vita a una sfida a colpi di pizze.
Nel 1984 Antonio Pace e Lello Surace, unirono i più importanti e rinomati pizzaioli dell’epoca al fine di sintetizzare le regole fondamentali per riconoscere una Vera Pizza Napoletana e differenziarla dalle tante altre varietà esistenti, donandole così massima dignità e riconoscenza. L’approvazione del Disciplinare Internazionale dell’Associazione Verace Pizza Napoletana che è quell’insieme di regole, finalmente codificate, trasmesse oralmente da generazioni di pizzaioli napoletani, che ne tramandavano i segreti da padre in figlio, è stato un vero punto di svolta per questo prelibato ed originalissimo piatto, il più conosciuto nel mondo.
Da allora il Disciplinare è stato il cuore dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, che difende la tradizione di questo antico piatto e ne diffonde i segreti, tutelandone l’unicità e le caratteristiche e per il quale Pace è sempre più impegnato perché divenga un marchio identitario affinchè l’avventore che si reca in una qualsiasi pizzeria del mondo con marchio AVPN possa trovare la Vera e Verace pizza napoletana, senza restare deluso dal suo intendimento di voler gustare il più salutare, gustoso e completo piatto fra quelli esistenti al mondo realizzato da un esperto pizzaiolo che conservi o abbia imparato l’Arte di pizzaiolo della città del Vesuvio.
Pace afferma: ”Si intende per pizzaiuolo napoletano, un pizzaiuolo che in qualsiasi punto del mondo si trovi, qualsiasi lingua parli usa il metodo napoletano; i napoletani che fanno la pizza è altra cosa. La parola Olimpiade, perché nella competizione si intende legare uno spirito sportivo, infatti verrà premiato chi riuscirà a fare la pizza migliore, il che non significa che è il migliore del mondo, ma che gareggiando in questa edizione delle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana è riuscito a produrre la migliore pizza con uno spirito sportivo, anche perché nessun pizzaiolo in una giornata fa due pizze perfettamente uguali.
La pizza napoletana che non ha inventori, non ha padre e padroni è frutto della genialità del popolo napoletano, è un prodotto perfetto, ottenuto da farina acqua lievito, sale e tanta passione che portano a realizzare un disco di pasta lievitata sul quale, dopo averlo abilmente steso, si poggiano i condimenti”.
Di risultati positivi per l’AVPN possiamo già citarne tanti, infatti Pace dice: ”Le Olimpiadi sono nate per far conoscere e mettere insieme i pizzaioli delle 52 paesi, nei 5 continenti dove è presente l’AVPN con 952 affiliati”.
A San Paolo, dove è stata creata una scuola dell’AVPN diretta dal maestro pizzaiolo Andrè Guidon referente dell’Associazione per lo stato sudamericano, ci sono il maggior numero di pizzerie affiliate all’AVPN che partita in Brasile nel 2018 con 10 pizzerie si è sviluppata da nord a sud raggiungendo l’affiliazione di 25 locali dove è ben visibile il logo che permette all’avventore di essere certo di poter gustare un’autentica Vera Pizza Napoletana a cominciare dall’impasto elaborato con le tecniche e l’Arte del pizzaiolo napoletano divenuto patrimonio immateriale dell’umanità, riconosciuto dall’Unesco.
Pace, ha affermato che: “occorre far divenire l’AVPN un marchio identitario, nel mondo, teso a garantire al cliente che entra nelle nostre pizzerie la certezza di poter gustare un’Autentica Vera Pizza napoletana. La storia, cultura e tradizione della pizza napoletana ormai è nota, tanto da far rendere bene immateriale dell’umanità dichiarato dall’Unesco, l’Arte del pizzaiuolo napoletano che viene tramandata da generazioni, quindi ora occorre presentare al cliente la pizza come marchio di qualità perché quel modo e sistema di fare la pizza va a tutela dei consumatori, anche perché con incontri scientifici abbiamo dimostrato che la pizza è l’alimento ideale e l’AVPN unitamente a cattedratici, professori universitari e grandi esperti professionisti ha certificato, un metodo di produzione della pizza che è perfetta per una sana dieta e tutti sanno che la cottura a forno, dal punto di vista alimentare, è la più sana e salva le qualità degli ingredienti, ecco perché occorre sempre più reclamizzare il marchio che è tutela della qualità.
Nella pizza Margherita ci sono tutti gli elementi nutritivi che ne fanno un piatto unico, fra l’arto risponde a ben due riconoscimenti Unesco, quello dell’Arte del pizzaiolo che la realizza ed i prodotti che la farciscono che, apprezzati da Ancel Keys nelle sue permanenze a Pioppi e portati poi come insegnamento all’Università de Minnesota, garantiscono i benefici dell’alimentazione e dello stile di vita cilentano sulla salute (stile da egli stesso ribattezzato Dieta Mediterranea) e successivamente riconosciuti nella Dieta Mediterranea come altro patrimonio Unesco”.
Giuseppe De Girolamo