Lo scorso 24 giugno, il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata – nei confronti di un imprenditore e di un avvocato, quest’ultimo padre dell’imprenditore, nonché di un dipendente del professionista, tutti della penisola sorrentina, indagati, a vario titolo, per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte sui redditi per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro, attraverso la finta vendita di un’imbarcazione di lusso.
Il provvedimento cautelare s’inquadra nell’ambito di più ampie indagini sviluppate dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Massa Lubrense, scaturite da una verifica fiscale conclusa nei confronti dell’avvocato, al quale è stata contestata dall’Amministrazione Finanziaria un’evasione d’imposta per circa 4 milioni di euro.
In particolare, oggetto dell’attività di polizia giudiziaria è stata la cessione di uno yacht di proprietà del professionista ad un soggetto di nazionalità tunisina, rivelatosi poi essere un domestico alle dipendenze dell’avvocato cedente.
Successivamente, l’imbarcazione di lusso è stata ceduta ad una società attiva nel settore dei trasporti marittimi, legalmente rappresentata dal figlio dell’avvocato oggetto d’indagine.
Gli ulteriori accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle hanno permesso di rilevare che, dopo aver presentato ricorso presso il Tribunale di Torre Annunziata, ottenendo una sentenza attestante la natura simulata delle due compravendite, il legale ha ceduto nuovamente il natante alla società rappresentata dal figlio, ad un prezzo convenuto di oltre 430mila euro.
Dalle attività svolte è risultato che l’imbarcazione fosse sempre rimasta nella disponibilità dell’avvocato nonostante le plurime cessioni simulate.
A sostegno della natura fraudolenta degli atti posti in essere al fine di evadere il pagamento delle imposte, rendendo il citato bene scevro da qualsiasi atto coercitivo da parte dell’Agenzia delle Entrate, le cessioni sono avvenute in un periodo in cui il professionista era già a conoscenza del suo debito maturato nei confronti dell’Erario.
Il Tribunale, pertanto, nel condividere le ipotesi investigative, ha disposto il sequestro diretto dell’imbarcazione oggetto d’indagine.