La Stazione Zoologica Anton Dohrn presenta la prima mostra temporanea del Museo Darwin-Dohrn (Villa Comunale di Napoli) “Squali del Mediterraneo”, un viaggio tra reperti delle collezioni storiche, repliche di esemplari attuali e fossili per conoscere il meraviglioso mondo degli squali e la necessità di proteggerli.
La mostra, allestita nella Sala Bernardi, è stata inaugurata oggi, mercoledì 29 giugno 2022, in un incontro introdotto dal Presidente SZN Roberto Danovaro e incentrato sulla presentazione del focus “Squali del Mediterraneo e progetti di tutela della Stazione Zoologica Anton Dohrn” di Massimiliano Bottaro, esperto europeo di squali del Mediterraneo, con particolare riferimento al progetto ELife, finanziato dalla Comunità Europea per la tutela degli squali nel Mediterraneo.
Presenti all’evento anche i ricercatori e ricercatrici che hanno sviluppato il progetto scientifico della mostra e gli allestimenti nelle diverse fasi, sotto la supervisione del Prof. Ferdinando Boero: Thalassia Giaccone, Elisa Cenci, Marco Signore, Andrea Travaglini e Maria Cristina Vigo Majello.
I visitatori potranno ammirare, per la prima volta a Napoli, repliche a grandezza naturale di squali noti e meno noti al pubblico, fossili, ricostruzioni artistiche e preparati anatomici tratti dalle collezioni storiche della Stazione Zoologica Anton Dohrn.
IL PERCORSO DELLA MOSTRA
Con la mostra, in particolare, saranno esposte repliche di tre squali fossili, nove squali mediterranei a grandezza naturale, 100 campioni storici di squali del Golfo di Napoli, 184 denti di Megalodonte e 2.500 denti di squali fossili. Si tratta di reperti di grande valore, molti dei quali raccolti in 150 anni di storia: Anton Dohrn, infatti, si è occupato di squali sin dalla fondazione della Stazione Zoologica e, dopo di lui, molti altri studiosi dell’Ente hanno lavorato e lavorano ancora oggi per comprendere e tutelare questi giganti del mare nel loro ambiente.
Il mondo di questi straordinari animali si mostrerà agli occhi dei visitatori partendo dalle origini degli squali e di quelli che furono i loro parenti stretti. Si va, infatti, dai primi squali che popolarono gli oceani 350 milioni di anni fa al gigantesco Megalodonte che con i suoi 16 metri di lunghezza, fino a poche migliaia di anni fa predava le balene giganti. Lungo il percorso, sarà possibile scoprire come vivono, come mangiano e come si riproducono gli squali e le razze, e perché sono così vulnerabili ai cambiamenti globali dell’uomo.
La sezione dei fossili mostrerà quanto sia complesso studiare l’evoluzione di un gruppo di animali noto principalmente dai soli denti, rivelando forme che sembrano uscite da una sceneggiatura di fantascienza ma che nuotavano nei mari del passato.
I reperti anatomici, conservati in alcool e tratti dalle collezioni storiche della Stazione Zoologica Anton Dohrn, permetteranno di comprendere la biologia e l’anatomia di questi straordinari animali, mentre le repliche a grandezza naturale di alcuni squali noti e meno noti al pubblico, come lo squalo bianco, il martello, o la verdesca, consentiranno ai visitatori di relazionarsi anche dimensionalmente con questi incredibili ma poco apprezzati abitanti dei nostri mari.
PERCHÉ UNA MOSTRA SUGLI SQUALI
Nell’immaginario collettivo, il rapporto squalo-persona è stato da sempre oggetto di numerose leggende, molto spesso non supportate da evidenze scientifiche. La vasta cinematografia sugli squali, a partire dal film “Lo squalo” di Spielberg, ha prodotto una visione distorta. In realtà sono gli squali a subire stragi da parte dell’uomo. Vittime di pesca ormai illegale quasi ovunque e di pratiche come lo “spinnamento” (ovvero i pescatori che tagliano le pinne per fare la zuppa di pinne di pescecane), intrappolati per errore da reti derivanti e di fondo, affamati dalla competizione per le stesse risorse, gli squali vengono sterminati a migliaia.
La mostra “Squali del Mediterraneo” vuole, quindi, raccontare una narrazione diversa del rapporto tra squali e persone e le ragioni per cui non solo tali animali non sono da temere, ma al contrario è fondamentale imparare a proteggerli e difenderli. Senza la loro presenza, infatti, gli oceani subirebbero danni ancora maggiori di quelli già in corso e impattanti dovuti al riscaldamento globale, all’eccesso di pesca, agli inquinanti e alle plastiche. Conoscere e guardare da vicino questi incredibili animali aiuterà a sviluppare una coscienza più profonda nei confronti degli antichi abitanti dei nostri oceani. Ed anche dei loro parenti più prossimi, le razze, le mante e le chimere. Dalle placide e gigantesche mante mediterranee alle misteriose chimere degli abissi, la mostra permetterà di approfondire la conoscenza di animali poco conosciuti ma molto importanti per la salute del pianeta e dell’umanità.
“Il Museo Darwin-Dohrn – afferma il Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn Roberto Danovaro– deve essere in continua evoluzione per offrire sempre nuovi stimoli e raccontare la biodiversità marina in tutte le sue componenti. La prima mostra si focalizza sugli squali non solo per la loro bellezza e storia evolutiva, ma anche per raccontare la loro biodiversità, adattamenti, ruolo ecologico, comportamento. Si tratta di una mostra unica nel suo genere che affascinerà grandi e piccini, lasciando loro una conoscenza più approfondita su queste meravigliose creature”.
“La speranza – conclude il Presidente – è che i visitatori possano non solo restare affascinati da questa mostra ma capire anche che gli squali hanno bisogno della nostra protezione. Ad esempio, evitando di comprare spinaroli e verdesche che vengono offerti al mercato del pesce”.
LA STAZIONE ZOOLOGICA ANTON DOHRN
Fondata nel 1872, la Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine – è l’Ente di riferimento a livello nazionale e internazionale per lo studio della biologia marina ed ecologia marina, evoluzione degli organismi marini, biochimica marina, biologia molecolare, neurobiologia all’oceanografia biologica, dalla botanica marina alla biologia cellulare, alle biotecnologie marine eco-sostenibili. L’Ente è organizzato in 5 dipartimenti.
La Stazione Zoologica Anton Dohrn è presieduta da Roberto Danovaro e diretta da Fabrizio Vecchi.