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Così la finanza agevolata ha cambiato il modo di fare impresa

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Il mondo dell’imprenditoria italiana sta vivendo una fase di profonda evoluzione, soprattutto dopo l’avvento del Covid-19 che ha radicalmente cambiato le carte in tavola.

Nonostante la crisi epidemiologica, che si è poi tramutata in crisi economica, il settore dell’imprenditoria italiana è piuttosto vivace e lo Stato ha messo in pratica una serie di agevolazioni collegate alla cosiddetta finanza agevolata.

Cosa significa? Che si intende per finanza agevolata? Come suggerisce il nome si tratta di una serie di misure e strumenti destinati a favorire la nascita e lo sviluppo di start-up innovative, che prevedono un supporto in denaro, agevolazioni fiscali ed ancora corsi di formazione professionali.

Oggi fare impresa è complicato, proprio perché per cominciare sono necessari investimenti consistenti.

Richiedere finanziamenti importanti a banche o istituti di credito, pratica diffusa fino a qualche anno fa, ai tempi attuali sembra non solo molto complicato ma anche anacronistico.

I principali attori dell’imprenditoria italiana sono le PMI, cioè piccole e medie imprese, e le start-up, cioè aziende innovative che partono da zero. Difficile pensare che attività così piccole possano avere alle spalle ingenti risorse economiche.

La finanza agevolata va quindi a sostenere i piccoli e medi imprenditori, supportandoli nel lancio e nella creazione di nuove realtà che contribuiranno a rafforzare il tessuto imprenditoriale di tutto il territorio nazionale.

In tale ottica il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è uno dei più grandi interventi di finanza agevolata.

Il piano ha infatti messo a disposizione ben 191,5 miliardi di euro dell’Unione Europea che, associati ad altre risorse nazionali, arrivano a circa 222 miliardi di euro.

Questa enorme quantità di denaro dovrebbe portare, entro il 2026, a raggiungere i 6 obiettivi previsti dal piano: digitalizzazione ed innovazione, transizione ecologica, istruzione e ricerca, infrastrutture e mobilità sostenibile, inclusione e salute.

Le risorse vengono distribuite tramite appositi bandi, il cui accesso è determinato da una serie di criteri di selezione.

I bandi possono essere destinati alla realizzazione di progetti innovativi, a supportare l’imprenditoria femminile o a sostenere le imprese di determinate aree geografiche.

Uno dei bandi più apprezzati è Resto al Sud, che ha visto una notevole richiesta soprattutto in Campania. Proprio perché i bandi sono tantissimi, è opportuno tenersi aggiornati sul sito di Contributi PMI, punto di riferimento per la Campania dove informarsi costantemente sulle principali novità del settore.

Oltre all’erogazione di contributi a fondo perduto, alcune misure consentono agli imprenditori ed alle start-up di accedere a servizi di consulenza e tutoraggio, così da poter affrontare con un bagaglio di conoscenze molto ampio la nuova esperienza professionale ed imprenditoriale.

L’obiettivo è sostenere le nuove imprese con l’erogazione di fondi, che possono essere restituiti entro tempistiche e modalità accettabili, mettendo gli imprenditori nelle condizioni di poter ripagare il debito senza affanni, tenendo comunque conto che una parte dei contributi è a fondo perduto e che in molti casi non sono previsti tassi di interesse.

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