La camorra di Castellammare di Stabia investe sul turismo. E’ l’allarme che arriva dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, chiamata a far emergere tutti i business della malavita di Castellammare. E lo spaccato che emerge è particolarmente inquietante. Secondo le prime risultante investigative, infatti, i clan D’Alessandro e Cesarano avrebbero messo le mani sulle principali attività turistiche del territorio compreso tra Castellammare, la penisola sorrentina e la città di Pompei.
Castellammare, nuova inchiesta dell’Antimafia: la camorra investe sul turismo
In che modo? Sfruttando il ritorno dei turisti (con presenze da capogiro ormai già dallo scorso maggio) dopo le chiusure e le restrizioni a causa dell’emergenza pandemica. In particolare, la camorra avrebbe deciso di mettere le mani sul noleggio di barche, utilizzate dai turisti per le escursioni nel golfo di Napoli. I clan stabiese metterebbero infatti a disposizione di alcuni prestanome le barche, in cambio di una percentuale sugli incassi. Un modo per riciclare denaro sporco e inserirsi in un settore che sta riuscendo a garantire grossi guadagni.
Le aperture di nuovi bar e locali nel territorio sorrentino e stabiese
Ma non è tutto. Nelle ultime settimane le attenzioni delle forze dell’ordine sarebbero focalizzate anche sulle aperture di nuovi bar e locali, nel territorio sorrentino e stabiese, dietro cui potrebbe esserci la longa manus della camorra. Ecco che allora i clan locali avrebbero deciso di investire i soldi sporchi ricavati dallo spaccio di stupefacenti e dalle estorsioni nelle attività turistiche. Ma non è tutto. Secondo alcuni collaboratori di giustizia, il clan D’Alessandro avrebbe deciso di investire anche in alcune strutture alberghiere della penisola sorrentina. Tante attività, troppe, che secondo i pentiti sono del clan ma affidate a “teste di legno”.
Obiettivo: riciclare milioni di euro all’anno
Affari milionari che permetterebbero ai D’Alessandro di riciclare milioni di euro all’anno. Soldi che vengono dalle estorsioni, dal traffico di droga e da tutte le attività illecite del clan. Imprese che primeggiano nei settori di appartenenza, per importanza e per vendite. Tra le attività che i pentiti rivelano siano dei D’Alessandro risulterebbe dunque anche un albergo della penisola sorrentina. Soldi, affari, aziende e rapporti con la politica locale. Quello che emerge è uno spaccato di Castellammare che molti già conoscevano da tempo, ma ora è diventato realtà anche per i giudici dell’Antimafia che ha acceso i riflettori già da tempo sui D’Alessandro ed i gruppi criminali collegati.
(Foto di Grégory ROOSE da Pixabay)