Riduzione di pena di dieci mesi, da 7 anni a 6 anni e due mesi, braccialetto elettronico e domiciliari, con affidamento a un’associazione presso la quale svolgerà anche attività di volontariato: L.F., ora ventenne, fu protagonista, un anno fa, a Napoli, di una rapina finita malissimo, con la morte di una delle vittime, Patrizia Petrone, titolare della Antica Pizzeria Gianni e Genny di salita Tarsia, consumatasi nella tarda serata del 17 luglio in via Salvator Rosa.

Adesso i giudici della Corte di Appello su istanza del suo avvocato, Carla Maruzzelli, gli concedono una possibilità di redenzione (nel centro dove lavorerà è chiamato a fornire assistenza alle persone con disagio economico, che non hanno dove andare a dormire) e questo, inevitabilmente, comporterà delle polemiche.

I poliziotti della Squadra Mobile, tre giorni dopo il grave episodio, il 20 luglio, al termine di indagini rapidissime, corroborate anche da un video che divenne subito virale, eseguirono due decreti di fermo emessi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli nei confronti di L.F. all’epoca 19enne, con precedenti di polizia, e di un 16enne (per il quale poi venne disposto il collocamento in comunità) difeso dall’avvocato Fabio Segreti, in quanto gravemente indiziati di rapina aggravata.

Patrizia Petrone viaggiava su uno scooter guidato dalla nipote quando subì il tentativo di rapina: cadde violentemente sull’asfalto e riportò ferite alla testa. Venne ricoverata in ospedale dove morì, sette mesi dopo, il 22 febbraio di quest’anno all’età di 64 anni. In occasione del suo partecipatissimo funerale, in molti chiesero pene durissime per i due baby rapinatori.

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