Giuseppe de Martino, medico specializzato in cardiologia, è gravemente indiziato di concorso in falso ideologico e materiale, violenza privata e violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. Da oggi è ai domiciliari come deciso dal Giudice per le indagini preliminari.
Cosa gli viene contestato? Il fatto che sulla documentazione di numerosi interventi chirurgici svolti c’era anche la sua firma, ma della sua presenza in sala operatoria non è stata trovata traccia.
Le indagini partite da alcune denunce
Ecco ciò che la Procura di Napoli, con i pm Mariella Di Mauro e Fabrizio Vanorio, contesta al medico 50enne, originario di Pagani in provincia di Salerno. A de Martino oggi i carabinieri del NAS del capoluogo campano, coordinati dal comandante Alessandro Cisternino, al termine di indagini che hanno preso spunto da alcune denunce, hanno notificato un provvedimento cautelare che lo vede ora ristretto tra le mura domestiche.
Questi ultimi reati gli vengono contestati in quanto avrebbe costretto alcuni suoi collaboratori a menzionare la sua presenza nell’equipe malgrado in sala operatoria non ci fosse entrato.
L’assenza in sala operatoria confermata dalle equipe mediche
Secondo il NAS e la Procura avrebbe falsificato varie cartelle cliniche, attestando di aver eseguito, presso una clinica di Napoli, operazioni chirurgiche di routine al cuore (sostituzioni di valvole, installazione di stent coronarici, etc. etc.) che in realtà non si erano svolte con il suo diretto intervento. I Carabinieri hanno interrogato le equipe mediche che hanno eseguito le operazioni e i componenti hanno confermato la sua assenza in sala operatoria. Ma la sua firma sulle cartelle cliniche c’era.
Già in passato inquisito per lo stesso reato
Il professionista era stato già inquisito è rinviato a giudizio dal pm Henry John Woodcock della Procura di Napoli un paio di anni fa. Responsabile dei centri di Aritmologia della Mediterranea e di varie cliniche tra Campania e Puglia, De Martino fu rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale di Napoli per un cospicuo numero di ipotesi di falso in atto pubblico. Secondo gli inquirenti l’elettrofisiologo aveva aperto decine e decine di cartelle cliniche alla Mediterranea, mentre in quelle stesse ore si trovava a operare nell’Istituto Clinico Mediterraneo, sempre reparto di Elettrofisiologia, ma ad Agropoli.
Dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità è emerso che in quattro giorni, tra il 25 e il 28 febbraio 2020, aveva eseguito ben 32 interventi chirurgici di routine, sebbene fosse in vacanza a Madonna di Campiglio.
Secondo la documentazione acquisita dagli inquirenti della Procura di Napoli, il medico – amministratore unico e proprietario (in percentuali variabili) di diverse società – risulta che ha eseguito, ma solo sulla carta, diversi interventi di ablazione transcatetere, numerosi impianti di pacemaker, monocamerale e biventricolare, espianti di loop recorder (un dispositivo che viene impiantato sottopelle per registrare il ritmo cardiaco in continuo) e, infine, di avere diversi studi elettrofisiologici, un esame che valuta le proprietà elettriche del cuore.
Il medico si dichiara estraneo alle accuse
Ora questa nuova inchiesta che lo vede accusato da alcuni infermieri che hanno lavorato con de Martino e che sostengono di aver dovuto praticare ai pazienti cure che il medico non poteva autorizzare.
Difeso dall’avvocato Alfonso Mutarelli di Nocera, il dottor Giuseppe de Martino si dichiara estraneo da tutte le accuse.