Marechiaro è un piccolo borgo che si trova sulle coste del quartiere Posillipo.
Posto sul livello del mare, il borgo di Marechiaro risultava essere la residenza ideale per le famiglie di pescatori che vivevano dei prodotti che il mare donava loro.
Nonostante gli anni, il borgo di Marechiaro non è mai cambiato conservando la propria integrità e le proprie tradizioni ed anche per questo motivo può essere considerato come uno dei luoghi più incantevoli di Napoli.
Il borgo, d’estate, è un luogo balneare dove, tra l’altro, sono presenti anche numerosi ristoranti aperti tutto l’anno; ma secondo molti, la sera risulta essere ancor più bella nelle calde giornate d’estate, poiché è possibile ammirare un panorama della città di Napoli alquanto iconografico, potendo mirare le barche azzurre dei pescatori illuminate dalla luce della luna, galleggiare sul mare piatto come una tavola, col Vesuvio che fa da cornice ad un quadro che può essere si descritto, ma che non potrà mai essere ammirato fino in fondo fintantoché non si andrà di persona ad osservare.
Se il mondo risulta essere in continua evoluzione, Marechiaro continua invece a conservare tutti i suoi tratti distintivi e la sua bellezza originaria ha da sempre ispirato poeti e cantautori: addirittura l’Archivio della Canzone Napoletana ha stimato che esistono circa duecento brani di musica napoletana dove si fa espresso richiamo al borgo di Marechiaro.
Tra le circa duecento canzoni, la più famosa è “Marechiare” scritta nel 1885 da Salvatore Di Giacomo. Marechiare che è una delle canzoni napoletane più conosciute in assoluto grazie anche al remake di Massimo Ranieri, oltre ad essere una serenata dedicata ad una donna di nome “Carulì”, non è altro che un inno alla lode della bellezza del borgo considerato talmente romantico che anche i pesci si innamorano quando la luna si specchia sul mare.
All’interno del brano, il poeta fa espresso riferimento ad una “fenesrtella” (piccola finestra) che si dice, sia stata la vera fonte di ispirazione per la composizione della poesia.
Leggenda vuole che sul davanzale della finestra era sempre presente un fiore di garofano e proprio per questo motivo, tuttora, nonostante sia passato più di un secolo, per mantenere vivo il ricordo, sulla soglia della fenestrella viene posto un garofano rosso.
Sotto la finestra è stata posta l’effige con il pentagramma della prime note e le prime parole della canzone assieme al nome dell’autore della canzone, Salvatore Di Giacomo che con il suo brano non ha fatto altro che rendere ancor più magico e suggestivo questo posto.
Alessandro Di Napoli