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Castellammare, boss del clan Cesarano arrestato in vacanza: era a Sabaudia con la famiglia

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Si trovava a Sabaudia in vacanza con la propria famiglia quando è stato rintracciato dai carabinieri uno dei boss del clan Cesarano di Castellammare di Stabia. In manette è finito Michele Onorato alias ‘o pimontese di 58 anni, ritenuto dalle autorità giudiziarie un elemento di spicco della cosca di Ponte Persica. I militari stabiesi hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – Ufficio esecuzioni penali.

Castellammare, boss del clan Cesarano arrestato in vacanza

Michele Onorato dovrà scontare la pena residua di 4 anni e 2 mesi per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e falsificazione dei valori di bollo in concorso. Si tratta di reati commessi a Castellammare e nei Comuni limitrofi a partire dal 2006. Il 58enne è ora nel carcere di Frosinone a disposizione dell’autorità giudiziaria. Onorato aveva lasciato il carcere a marzo 2022

Il blitz del 2013

Il nome di Onorato è salito alla ribalta delle cronache ad ottobre 2013 quando carabinieri e Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli arrestarono sedici persone legate al clan Cesarano. Un’inchiesta incentrata su racket ed armi partita nel 2008 quando, a seguito dell’omicidio avvenuto a Gragnano di Carmine D’Antuono fu ritrovata una lettera con la quale qualcuno dal carcere lo metteva in guardia sulla probabilità di un attentato ai suoi danni.

Il caso della lettera dal carcere

Quella lettera secondo gli inquirenti era stata scritta proprio dal boss Michele Onorato, anch’egli un tempo affiliato agli Imparato come D’Antuono. La missiva lasciava presupporre una lotta interna al clan per assumere il potere dopo l’arresto dei capi storici Ferdinando Cesarano e suo cugino Vincenzo Cesarano alias ‘o mussone. Una lotta tra due frange rivali: da un lato quella che faceva riferimento ad Antonio Inserra, stabiese di 38 anni; dall’altro quella di Michele Onorato. Carabinieri e Dda ricostruirono gerarchia e giro d’affari dei camorristi attraverso l’attento monitoraggio in carcere di Inserra ed Onorato, le testimonianze, le dichiarazioni di alcuni pentiti, le intercettazioni ambientali.

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