Slogan nazifascisti anche vicino agli Scavi. «Credere, “ubbire“, uccidere, comitato nazifascista», insieme a una sorta di svastica dalle punte arrotondate, uncinate.

Sono in una sorta di italiano scomposto, una grafia apparentemente infantile e scoordinata, le scritte choc sono apparse ieri sui muri che per eccellenza dovrebbero “aprire” a tutti le porte della cultura, dell’accoglienza turistica e del rilancio economico di Pompei, a duecento metri di distanza dalla stazione Eav di Pompei Scavi-Villa dei Misteri e quindi dall’entrata principale al sito archeologico di Porta Marina.

Un atto tanto sciocco quanto anacronistico compiuto da ignoti. Vandalismo, ignoranza e odio allo stato puro, un mix che lascia quasi increduli, sbigottiti. Ma necessario per l’apertura di un dibattito anche pubblico sul tema. Compresa, si spera, una condanna ferma e pronta ad opera delle istituzioni politiche e culturali della città e della direzione del Parco Archeologico.

Questa specie di “graffito”, che apparentemente nulla ha a che fare con quelli rinvenuti nella città vecchia, ci racconta, proprio come fanno quelli di duemila anni fa, la storia di una società. In questo caso ci racconta della deriva non soltanto di cultura e di valori, ma pure criminale, verso cui sta dirigendosi l’intero Paese, città d’arte e affascinanti “custodi” della storia come Pompei comprese nel pacchetto.

La scritta choc griffata dal presunto “Comitato Nazifascista” ne copre un’altra precedente: “Alerta Feminista“. Si tratta dell’associazione ispanica, ispirata apertamente ai tradizionali valori della sinistra, che da anni prova a difendere anche con azioni dimostrative e bombolette spray il principio dell’uguaglianza di genere e della parità tra donne e uomini. Potrebbe non trattarsi di una mera coincidenza. Anzi. Spetterà ora agli investigatori visionare forse le immagini di alcune telecamere della zona per provare a risalire quanto prima agli autori del raid.

Le scritte vergognose, che tra l’altro a Pompei, città dichiarata patrimonio Unesco fin dal 1997, non rappresentano un episodio isolato.

Già nel 2020, tre svastiche furono impresse con lo spray sui muri del parcheggio “scempio” in piazzale Fucci: il parking che, in linea d’aria, si trova alle spalle del Santuario dedicato alla Vergine del Rosario. I tre simboli dell’odio nazista, due anni fa, furono impressi lungo il pilastro portante del sovrappasso che collega il parcheggio da 160 posti auto, alle spalle della stazione Eav “Santuario”, alla città nuova.

“Ci si impegni a riqualificare alcune zone del territorio” esclamò lo stesso giorno della scoperta don Ivan Licinio, giovane vice rettore della Basilica di Pompei. Il sacerdote, impegnato da sempre nel sociale aggiunse: “Disegnare svastiche? E’ un gesto da condannare fermamente. Tuttavia, dopo la condanna, dobbiamo lasciarci anche provocare da esso. La pandemia ha esasperato l’individualismo, intaccando quel senso di comunità e famiglia umana che dovrebbe accomunarci”.

Salvatore Piro

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