Non stava nella pelle Flavio P. per il desiderio avveratosi. Voleva andare ad un parco acquatico e ieri mattina era stato accontentato.
Ad accompagnarlo i fratelli maggiori, i genitori non potevano. I panifici sono sempre aperti, il pane deve arrivare tutti i giorni fresco in tavola, e la famiglia del dodicenne morto ieri mattina all’Aquafrarm di Battipaglia gestiscono proprio un panificio in via Nolana a Pompei, a meno di un chilometro dal Santuario mariano.
Era partito con il fratello e la sorella maggiori per una giornata spensierata di tuffi, scivoli e risate, tanti giochi d’acqua e soprattutto un semplice, infantile, desiderio che si avverava. Ma il destino aveva scritto tutt’altro per il piccolo Flavio e quel divertimento tanto desiderato si è trasformato nell’ultimo giorno della sua vita. Erano le 11 del mattino e il dodicenne avido di divertimento sui tanti scivoli del parco acquatico già aveva provato alcuni di quei giochi fino a quando, proprio subito dopo essere sceso nella piscina attraverso uno scivolo, si è sentito male. Un colpo alla testa fortuito su una di quelle “giostre” acquatiche o magari un malore e Flavio ha solo la forza di uscire dalla piscina, avvicinarsi ai fratelli, sedersi sul lettino e a quel punto il dramma: prima il vomito, poi il ragazzino si accascia al suolo e muore. Niente da fare per lui, nonostante l’intervento dei sanitari che non sono riusciti a far ripartire il cuore. Una vita spezzata ad appena 12 anni.
Sotto choc le decine e decine di bagnanti che erano ospiti del parco acquatico. Sotto i loro occhi una morte inspiegabile ed inaccettabile. Tanti i bambini che non capivano, che chiedevano e poi piangevano. Tantissimi gli adulti increduli e sconvolti.
Cosa sia successo? Questo lo potrà chiarire solo l’esame autoptico che sarà svolto nei prossimi giorni, come ordinato dal magistrato, che inoltre ha posto sotto sequestro lo scivolo. Il corpo di Flavio si trova ora presso l’obitorio dell’ospedale Santa Maria della Speranza di Battipaglia.
La Polizia ha acquisito e ha visionato le immagini delle telecamere di sicurezza della struttura per cercare di individuare qualcosa che possa dare un’ulteriore definizione di cosa possa essere accaduto. Nessuna ipotesi è esclusa al momento: Flavio, quando è risalito dalla piscina per sdraiarsi accanto ai fratelli, pochi istanti prima di perdere i sensi, non aveva ferite, non era sanguinante. Anche la prima ricognizione del medico legale non ha riscontrato lesioni sul corpo del dodicenne.
Le ipotesi più accreditate restano quella di un malore oppure di una lesione interna dovuta a qualche colpo accidentale subito nel corso della discesa lungo lo scivolo.
Al momento non ci sono indagati anche se non si esclude, nelle prossime ore, l’iscrizione sul registro degli indiziati di reato dei gestori della piscina o di altre persone che hanno a che fare con la sicurezza, al solo scopo di poter consentire loro di nominare un perito di parte. Per provare a ricostruire la dinamica dei fatti, gli stessi gestori dell’impianto turistico, alcuni testimoni e i fratelli del piccolo Flavio, sconvolti da quanto accaduto sotto i loro occhi, sono stati sentiti dai poliziotti per provare a ricostruire la dinamica dei fatti.
Tra i momenti più atroci di tutta la vicenda la telefonata che proprio i fratelli maggiori hanno dovuto fare per avvisare i genitori rimasti in negozio a Pompei.
Poi solo tanto dolore, grida di strazio, più che comprensibili e la corsa in auto verso Battipaglia. Nel frattempo la notizia viaggiava in rete lasciando scioccata l’intera comunità pompeiana a partire dal sindaco Lo Sapio che ha mandato un accorato messaggio ai genitori di Flavio straziati dal dolore: “Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai figli. La perdita di un figlio è come se fermasse il tempo, si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. È uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amore gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere”.
Un destino ancora più beffardo e maligno ha fatto il resto. L’auto dei genitori della giovane vittima è rimasta intrappolata nel traffico di un’autostrada intasata di turisti in partenza per le vacanze e successivamente della litoranea salernitana stracolma di bagnati in viaggio verso il mare.
Oggi le attività di famiglia sono ovviamente rimaste chiuse per lutto, mentre la città degli Scavi e del Santuario si è svegliata sotto una cappa di angoscia e vicinanza a tutti i parenti del piccolo Flavio, che già nel passato avevano vissuto una tragedia simile.
Filippo Raiola